Il Sociale
Boom di donazioni al Moas dopo la foto di Aylan: un milione in 48 ore
Più di un milione di euro raccolti in soli due giorni per salvare le vite dei migranti in mare. E’ quanto è riuscito a raccogliere il progetto Moas (Migrant offshore aid station) lanciato lo scorso anno dai coniugi italoamericani Catrambone. Nelle ultime 48 ore, fanno sapere i responsabili del progetto, le donazioni provenienti da tutto il mondo hanno fatto registrare un boom senza precedenti. Una “marea di umanità e sostegno” che giunge, spiega l’organizzazione, dopo la pubblicazione sui media delle “strazianti foto” di Aylan, la cui immagine del corpo senza vita su di una spiaggia turca ha fatto il giro del mondo. In pochi secondi, spiega l’organizzazione, sono arrivate donazioni da Stati Uniti, Regno Unito, Turchia, Germania e Brasile.
Dal lancio delle operazioni nel mese di agosto 2014, il Moas ha salvato più di 11 mila vite nel Mediterraneo, ma i coniugi Catrambone puntano a raddoppiare la flotta. Attualmente le operazioni vengono svolte dalla Phoenix I, l’imbarcazione dotata di droni e gommoni per soccorrere i barconi in difficoltà. L’obiettivo è quello di acquistare almeno un’altra barca. Per questo, il Moas ha lanciato una campagna di raccolta fondi su Indiegogo dal nome #PeoplesArmada che punta a raccogliere circa 3 milioni di euro. Attualmente sono stati raccolti 9 mila dollari.
"Stiamo assistendo ad una marea di umanità dopo anni di indifferenza globale - spiega Martin Xuereb, direttore del Moas -. Una foto ha cambiato i cuori e le menti delle persone di tutto il mondo. Ci stiamo rendendo conto tutti ora che questa è un crisi umanitaria di proporzioni epiche e abbiamo bisogno di tutte le mani sul ponte. Le persone fanno donazioni ad organizzazioni come la nostra perché vogliono dare un aiuto concreto. E’ tempo per i leader mondiali di unirsi e fare lo stesso”. Secondo Xuereb, le donazioni ricevute daranno un grande aiuto al Moas. “Potremmo essere in grado di espandere la portata della nostra missione in altre parti del Mediterraneo. Il nostro obiettivo è quello di migliorare le nostre capacità di limitare le perdite di vite umane lungo tutto l’anno. Attualmente riusciamo a sostenere i costi di una nave operante per sei mesi all’anno”. I costi operativi della missione, fa sapere l’organizzazione, si aggirano intorno ai 500 mila euro al mese (da redattoresociale.it)