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Black Lives Matter, Noury: "inginocchiarsi è un errore di comunicazione"
Riccardo Noury, attivista di Amnesty International, ha dato il suo parere riguardo la mancanza di significato nell'inginocchiarsi in occasione del BLM
Dopo essere nata negli States nel 2013, la questione “Black Lives Matter” sta pian piano ottenendo l’attenzione di tutto il mondo. Riccardo Noury, portavoce del reparto italiano dell’ONG internazionale Amnesty International, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
“Bizzarro che i calciatori italiani si inginocchino solo perché lo farà il Belgio, è un autogol di comunicazione enorme e hanno svuotato di significato questo gesto”, queste le parole di Noury. “I calciatori italiani si inginocchieranno ma solo perché lo farà il Belgio. É una spiegazione bizzarra. Non solidarizzare con una causa, è un autogol di comunicazione enorme. Per quanto e per come se n’è parlato, è un gesto che ormai non ha più alcun significato. Ricordiamo che questo modo di inginocchiarsi nasce negli Usa contro il razzismo e per ricordare la modalità di blocco a terra dei poliziotti nei confronti degli afroamericani come George Floyd. É una causa giusta, forse un po’ di sforzo in più per immedesimarsi in quello che vivono altre persone sarebbe opportuni, anche perché pure in Italia qualche episodio di razzismo lo vediamo”, conclude l’attivista italiano.
Anche Andrew Curtis Howe, lunghista e velocista italiano di origine statunitense, ha commentato che “BLM” riguarda solo l’America. “In Italia abbiamo una questione di ragazzi e ragazzi di seconda generazione, nati in Italia che non hanno la cittadinanza, anche questo potrebbe essere un motivo per solidarizzare con la causa. Io penso che questi gesti, soprattutto se compiuti da persone molto popolari, possano cambiare l’intera cultura”.