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Milan, Piatek e... l'obiettivo 70 milioni di euro

Milan, Piatek: "Ora valgo 38 milioni, la prossima volta che cambio squadra punto a valerne 60-70"

Milan, Piatek: 'Ora costo 38 milioni, varrò 70 quando cambierò squadra'

L'attaccante del Milan Krzysztof Piatek, nel corso di un'intervista con la tv polacca TVP Sport, ha spiegato:  "Quando mi sono trasferito a Milano è successo tutto così in fretta che non mi sono nemmeno fatto domande. Ero concentrato sul lavoro, nel calcio si tratta sempre di fissarsi nuovi obiettivi. Ora valgo 38 milioni, ma per la prossima volta in cui cambierò club vorrei valere 60-70 milioni. Devo essere ambizioso, mi impegnerò per questo. Sono all'inizio della mia carriera, è solo la seconda stagione in Serie A, uno dei primi cinque campionati".

MILAN, PIATEK SULL'ACCOGLIENZA DEI TIFOSI ROSSONERI

Piatek ha anche raccontato l'affetto dei tifosi del Milan nei suoi confronti nel match d'esordio contro il Napoli (mezz'ora nello 0-0 di campionato, poi pochi giorni dopo sempre contro il Napoli a San Siro, in Coppa Italia, segnò una pesantissima doppietta che portò i rossoneri in semifinale): "Sono rimasto scioccato. Nella prima partita contro il Napoli indossavo le cuffie, ma sentivo perfettamente l'intero stadio che cantava il mio nome e applaudiva. Mi trattavano come se giocassi lì da tanti anni. Mi hanno apprezzato fin dai primi giorni". 

MILAN, PIATEK E L'IMPENNATA DI FOLLOWERS DA QUANDO E' IN ITALIA

Da quando è arrivato in Italia (prima al Genoa e poi al Milan) la popolarità di Piatek è cresciuta: "Guarda il mio profilo Instagram. Quando lasciai la Polonia avevo 5.000 followers, ora sono un milione e mezzo. La popolarità è diventata enorme, ma la cosa più importante è il calcio. Apprezzo i tifosi che vogliono fare foto con me".

PIATEK SULLA STAGIONE CON LA MAGLIA DEL MILAN

Piatek parla del suo momento di forma e della stagione complicata che sta vivendo con la maglia del Milan: "Mi guardo allo specchio e cerco la colpa dentro di me. All'inizio, come squadra, non abbiamo creato tante opportunità. Stiamo migliorando, tornerò a sparare. Per i giornalisti italiani un giorno sei il papa del calcio e il giorno dopo sei il peggior giocatore. Lo accetto. Nessuno si è messo nei miei panni, le copertine dei giornali non mi toccano".