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Rangnick: frecciate al Milan e Maldini. Su Pioli e Ibrahimovic...

Rangnick a tutto campo: Milan, Ibrahimovic, Maldini e Pioli

Rangnick: "Milan? Primi contatti a fine ottobre"

Ralf Rangnick parla del suo mancato arrivo al Milan. "I primi contatti risalgono a fine ottobre, quando la squadra era in una situazione complicata a tre punti dalla zona retrocessione. Io non ne ho mai parlato in pubblico, ma nessun contratto o penale", spiega alla Gazzetta dello Sport.

Rangnick: "Pioli? Conferma merita al Milan. Ma nel medio e lungo termine.."

Il Milan ha scelto di confermare Stefano Pioli. Ragnick loda l'allenatore rossonero: "Conferma meritata, anche per la persona che è: l'ho apprezzato nelle interviste, sempre concentrato sugli obiettivi. La sua squadra è stata la migliore post coronavirus: cambiare allenatore non sarebbe stato saggio, né rispettoso". Ma il manager tedesco poi puntualizza: "Se poi è la scelta giusta nel medio e lungo termine, è un'altra questione". 

Rangnick su Maldini

Maldini? Ragnick lancia qualche frecciata nei confronti del dirigente milanista: "Nella vita una delle mie regole è: non parlare di chi non conosci personalmente. E da parte mia non è mai stata detta mezza parola sul Milan, mai. Posso parlare di Maldini ex calciatore: è stato straordinario, una leggenda vera e propria. Ma non posso dire lo stesso da direttore sportivo: semplicemente, non lo conosco in questo ruolo. Da esterno ci si può chiedere se la proprietà è contenta dei risultati in rapporto al denaro investito negli ultimi anni. Io causa del divorzio tra Boban e il Milan? Dovete chiedere a chi rappresenta il club". 

Rangnick su Ibrahimovic

Ragnick su Ibrahimovic (che sta trattando il rinnovo di contratto con il Milan: si punta a un accordo prima del ritiro): "La domanda è: perché il Milan si era rivolto a me e cosa mi voleva far fare? Magari cercava una svolta. Lavoro alla crescita e i giovani imparano molto più in fretta. Non è nel mio stile insistere su giocatori di 38 anni: non perché non siano abbastanza bravi, e Ibra certamente lo è, ma perché preferisco creare valore e sviluppare il talento. Per me ha poco senso puntare su Ibra o Kjaer, ma è la mia idea, né giusta né sbagliata, semplicemente diversa. Quando Ibra ha detto di non conoscermi non aveva torto, perché anch’io non lo conosco personalmente, non avendoci mai parlato".