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Mondiali Qatar 2022: appuntamento con la storia, non solo del calcio

Con gli spareggi di marzo, l'Italia spera di qualificarsi per un'edizione davvero speciale della Coppa del Mondo, non solo perché sarà la prima in inverno

Azzurri ancora in dubbio, Serie A già nel caos

I tifosi italiani ancora non sanno se potranno sostenere la nazionale azzurra a Qatar 2022, ma sono già certi del fatto che la prima Coppa del Mondo invernale creerà un notevole trambusto nel calendario del campionato. I mondiali in programma dal 21 novembre al 18 dicembre – periodo forzato a causa dell'infernale caldo estivo – costringeranno tutti i tornei europei a rivedere le proprie agende. Le regole della Fifa prevedono i club lascino i giocatori a disposizione delle rispettive nazionali almeno sette giorni prima dell'inizio della competizione, quindi certamente l'ultima data utile per i campionati sarà il weekend del 12/13 novembre. Il problema è sulla ripresa del torneo: c'è chi spinge per il 26 dicembre, in un nuovo tentativo di imitazione del “Boxing Day” inglese, e chi invece propende per il 5 gennaio, così da lasciare un congruo periodo di riposo ai calciatori impegnati sul doppio fronte. Il periodo di stop sarà quindi in una forbice che varia da poco più di un mese a quasi due, questione che certamente darà ulteriori motivi di discussione ai già litigiosi presidenti italiani. E tutto questo senza nemmeno contare gli evidenti problemi di calendario che saranno dati dalla sovrapposizione con il mondiale per club, che solitamente è prevista anch'essa a dicembre. L'edizione 2021 è stata spostata a febbraio 2022, a causa del Covid-19, e quasi certamente anche quella del prossimo anno dovrà disputarsi nel successivo. Pertanto, anche il debutto del nuovo format a 24 squadre potrebbe conoscere un secondo rinvio, in quello che sembra ormai diventato un frustrante gioco dell'oca. 

Incubo CR7 per l'Italia di Mancini

Questo ingarbugliato intreccio di calendario sarebbe fastidioso anche se l'Italia di Roberto Mancini riuscisse a qualificarsi alla fase finale, nonostante un sorteggio non particolarmente fortunato. Il 24 marzo, a Palermo, gli Azzurri affronteranno la Macedonia del Nord, squadra che schiera vecchie conoscenze del nostro campionato come Pandev ed Elmas, ma che certamente è alla portata di Jorginho e compagni. In caso di vittoria, l'Italia dovrà andare a disputare la finale dei Playoff sul campo della vincente tra il Portogallo di Cristiano Ronaldo e la Turchia di Calhanoglu: in ogni caso, un avversario ostico contro il quale giocarsi il proprio futuro. Al termine di un 2021 che ha visto il trionfo degli Europei e il record mondiale di risultati utili consecutivi del calcio come fiore all'occhiello degli straordinari risultati sportivi del Paese, tutto improvvisamente torna in gioco, senza più appello.

Playoff Mondiali, come funzionano

Perché l'Italia per andare ai mondiali dovrà affrontare due partite? È la nuova formula introdotta per questa edizione dei mondiali: agli spareggi partecipano 12 nazionali: le 10 seconde dei 10 gruppi di qualificazione più le due migliori dell’ultima Nations League non qualificate attraverso i gironi di qualificazione. Le 12 squadre sono suddivise in tre gironi da quattro squadre ciascuno (due teste di serie e due non teste di serie). Le due teste di serie giocheranno contro le due non teste di serie in semifinale, in gara unica, e le due vincitrici si sfideranno poi nella finale che, sempre in gara unica, decreterà la nazionale qualificata al mondiale in Qatar. Dai tre gironi, quindi, usciranno le ultime tre qualificate al prossimo campionato del mondo.

La Fifa vuole i mondiali ogni due anni

Il calcio è in piena sindrome gattopardesca: sta cercando di cambiare tutto perché non cambi niente, ovvero perché lo sport più ricco e opulento del mondo rimanga tale, nonostante la disaffezione dei tifosi e lo stato di precaria salute dell'industria sportiva. Pur di non rinunciare ai privilegi acquisiti, è continuo fiorire di proposte rivoluzionarie, in alcuni casi anche piuttosto bizzarre. Tra i litigi sulla Superlega e l'abolizione della storica regola sui gol in trasferta che valevano doppio nelle coppe europee, spicca la caparbietà del presidente Fifa Gianni Infantino, che – nonostante i già descritti ingorghi di calendario – vuole far disputare i mondiali ogni due anni, anziché quattro. Nel progetto sviluppato con l'ex allenatore dell'Arsenal Arséne Wenger, oggi capo dello sviluppo globale della Fifa, si sostiene che in questo modo ci sarà “il doppio dello schema di benefit per i club" e che da questa strada "non si può tornare indietro". Il tutto, si badi bene, senza ridurre i club partecipanti ai singoli campionati (cosa che invece sarebbe di enorme buon senso), ma con una “ottimizzazione dei calendari” che probabilmente prevede il ricorso a qualche bacchetta magica. 

Qatar e diritti umani: il caso-Ibhais e la protesta del Tromsø

Nella sua ossessiva ricerca di nuovi metodi per spremere soldi dal pallone, la Fifa non può però permettersi di ignorare le questioni fondamentali, a partire dal rispetto dei diritti umani. A ricordarglielo sono anche le organizzazioni umanitarie Human Rights Watch e FairSquare, che stanno facendo pressioni sulla Fifa affinché intervenga nel caso giudiziario riguardante Abdullah Ibhais. Ex vicedirettore della comunicazione del comitato organizzatore dei mondiali in Qatar, Ibahis è detenuto a Doha per una condanna a cinque anni, ottenuta in base a una confessione che – sostengono le ONG – sarebbe stata estorta con la minaccia di torture. Ibahis ha ritrattato tale confessione ed è entrato in sciopero della fame per affermare la propria verità, secondo la quale starebbe pagando il suo sostegno ai migranti in Qatar per ragioni di lavoro. Le violazioni ai diritti dei lavoratori rappresentano una delle principali accuse nei confronti del paese organizzatore dei mondiali. La squadra norvegese del Tromsø ha denunciato la cosa in maniera decisamente creativa, presentando la prima maglia con QR code nella storia del calcio: nel suo caso, il link porta a un documentario che denuncia tali ingiustizie.

Le parole del d.g. del comitato organizzatore sui gay

Più in generale, l'assegnazione della Coppa del Mondo al Qatar ha suscitato numerose polemiche, nonché accuse di corruzione, come già era successo per le precedenti edizioni in Sudafrica (2010) e Russia (2018). Gli impressionanti mezzi economici degli Emiri non possono far dimenticare una concezione molto personale del rispetto dei diritti umani, che traspare evidentemente anche dalle parole del direttore esecutivo del comitato organizzatore: “I gay? Sono benvenuti, ma evitino manifestazioni pubbliche”, ha detto Nasser al Khater a proposito del recente coming out dell'australiano Josh Cavallo. “Gli omosessuali possono venire in Qatar come qualsiasi altro tifoso e possono comportarsi come qualsiasi altra persona. Quel che dico, semplicemente, è che dal punto di vista della percezione dell'affettività in pubblico, la nostra è una società conservatrice. Sappiamo che il Mondiale è un possibile palcoscenico per proteste su questi temi, ma non siamo preoccupati". Eppure Cavallo aveva parlato apertamente del timore che avrebbe a giocare un mondiale in un Paese dove l'omosessualità può essere punita con la detenzione o anche con la morte, essendo in vigore la Sharia, la legge islamica.

“Sportwashing” a colpi di milardi

Proprio la non limpidissima immagine del Paese a livello internazionale è stata il driver principale per l'ottenimento della Coppa del Mondo. Lo sport è uno straordinario veicolo di comunicazione, ma come tale può essere usato anche per ripulire reputazioni problematiche, al punto che per questo tipo di strategie è stato coniato il neologismo “sportwashing”. Nel 2019 il Qatar ha fatto un'operazione simile con i mondiali di atletica, che però hanno avuto una partecipazione di pubblico davvero deludente. Molto meglio è andata lo scorso novembre con il primo GP del Qatar di F1, tappa iniziale di una triade mediorentale che hanno visto la stagione concludersi in Arabia Saudita e ad Abu Dhabi. Il calcio è una grande occasione per spingere ulteriormente sull'acceleratore e a pompare le aspettative degli organizzatori è anche il record di budget messo in campo: secondo le previsioni la spesa sarà di almeno tre volte superiore a quella sostenuta dalla Russia nel 2018, che pure era già un record storico (14 miliardi di dollari americani). Ma questo, appunto, è soltanto un forecast: in occasione dei grandi eventi i conti si fanno alla fine. E solitamente sono addizioni, non sottrazioni. 

Qatar 2022, un palco VIP in vendita per 2,5 milioni di dollari

C'è chi dice che a queste cifre bisognerà aggiungere uno zero, proiettandoci alle soglie dell'incalcolabile. Tuttavia qualcosa di calcolabile già c'è. E non è meno stupefacente. Sono i 2,5 milioni di dollari con i quali si può comprare un palco VIP allo stadio “Iconico” (si chiama proprio così) di Lusail. Così potrete garantirvi il diritto di assistere a nove partite, ovviamente prima di sapere chi sarà in campo: poi anche in questo caso è probabile che i prezzi salgano ulteriormente. Per cui, se proprio vi avanzano 2,5 milioni di dollari dei quali non sapete che fare, potrebbe anche essere un fruttifero investimento. In tutti gli otto stadi che ospiteranno il mondiale saranno in funzione maxi-impianti di condizionamento per combattere temperature che, nonostante lo spostamento in calendario, saranno quasi costantemente sopra i 40°. Di questi otto stadi, solo il Khalifa di Doha non è stato costruito ex novo: inaugurato nel 1976, è stato profondamente ristrutturato nel 2017 e per gli appassionati locali rappresenta la “tradizione”. Tra quelli edificati a tempo di record, grazie ai potentissimi mezzi economici degli emiri, spicca un altro impianto di Doha: il 974 Stadium, che porta il nome del prefisso internazionale del Qatar, ma soprattutto è il primo impianto della storia interamente smontabile. A fine torneo, sarà smantellato senza impatto ambientale e i maligni che vogliono aggiungere l'accusa di “greenwashing” a quella di “sportwashing” facciano pure. Curiosa – anche se meno rivoluzionaria - la scelta dell’Al-Bayt Stadium, che ospiterà nove partite... e molti turisti, essendo anche un albergo. Certamente ci saranno anche i francesi (la loro nazionale si è già qualificata, beati loro), ma non solo come appassionati: l'esercito di Macron aiuterà i qatarioti a sorvegliare lo spazio aereo durante la Coppa del Mondo, come parte degli accordi di sicurezza che i due Paesi, da tempo in affari tra loro, hanno recentemente stipulato.

Fai una visita virtuale allo Stadio “Iconico” di Lusail

Qatar 2022: obiettivi economici e sportivi

Dopo aver fatto di tutto per ottenere l'organizzazione della Coppa del Mondo, il Qatar vuole anche fare una bella figura sul piano sportivo e – attenzione - potrebbe farcela. Sulla scia della Corea del Sud che vent'anni fa arrivò quarta nel mondiale co-organizzato col Giappone, dopo aver eliminato Italia e Spagna, i qatarioti hanno elaborato una strategia di lungo termine decisamente interessante. Nel 2019 hanno vinto, per la prima volta nella loro storia, la Coppa d'Asia, con una squadra forgiata al 70% nella Aspire Academy di Doha. Il faraonico centro di formazione nazionale ha sfruttato al meglio l'esperienza dello spagnolo Felix Sanchez, ex allenatore della rinomata “cantera” del Barcellona, che ha fatto strada insieme ai suoi allievi: dopo la trafila delle rappresentative giovanili, oggi guida la squadra dei padroni di casa del mondiale. Ai suoi ordini troviamo non solo vari talenti formati proprio all'Aspire Academy, ma anche diversi stranieri naturalizzati come Luiz Junior e Rodrigo Tabata (nati in Brasile), Ro-Ro (Portogallo), Sebastian Soria (Uruguay) e Karim Boudiaf (Francia). Circa le metà dei convocati al mondiale 2022 potrebbe essere formata da giocatori nati fuori confine. Un piano lungimirante, ma tutto sommato semplice: chi avrebbe detto di no all'offerta di guadagnare molto più che in patria, dove magari alla nazionale non sarebbe arrivato mai? 

Così la Fifa ha sostenuto la crescita della nazionale del Qatar

Il piano di lungo termine elaborato in Qatar non sarebbe però bastato. Per affrontare un mondiale serve esperienza internazionale e la nazionale degli emiri – anche se sembra incredibile – negli ultimi tre anni è stata autorizzata dalla Fifa a prendere parte a competizioni in quattro delle sue sei federazioni continentali! Pur essendo ovviamente qualificato come Paese ospitante, il Qatar ha giocato come “squadra fantasma” nel girone A delle qualificazioni europee, affrontando tutte le squadre del gruppo, ma senza comparire in classifica! Nel corso del 2021 ha partecipato anche alla Gold Cup centroamericana, raggiungendo le semifinali, mentre nel 2019 aveva preso parte alla Coppa America: in entrambi i casi, Qatar Airways è stata sponsor ufficiale dei tornei. Anche per questo ricco carnet, nell'anno che volge al termine ha disputato ben 21 incontri – gli stessi di una squadra di club locale – conseguendo una discreta preparazione per il grande appuntamento del prossimo anno. Sarà sufficiente? Lo vedremo il prossimo inverno, sperando di non essere soltanto spettatori disinteressati.