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Paolo Pizzo: "La mia stoccata vincente ha messo ko il tumore al cervello"
Paolo Pizzo (foto Ipa), dalla vittoria contro il tumore al cervello ai trionfi nella scherma

Paolo Pizzo si racconta: dalla stoccata vincente contro il tumore al cervello alle medaglie mondiali nella scherma

Un campione con la C maiuscola in pedana (due ori mondiali e un argento olimpico nella scherma tra i tanti titoli conquistati), ma prima di tutto un uomo forte che ha vinto la battaglia più importante: contro un tumore al cervello che gli diagnosticarono quando era ancora adolescente.

Paolo Pizzo è stato spesso più forte e determinato degli avversari con la spada in mano - raggiungendo traguardi che tanti atleti possono solo sognare durante una carriera sportiva - e ha segnato la "Stoccata vincente" (come il titolo del libro autobiografico e del film tv andato recentemente in onda su Rai1) più importante della sua vita contro quel ganglioma che lo fermò per sei anni dall'attività agonistica.

Un pit-stop da cui Paolo Pizzo uscì più forte di prima.  Oggi, a 40 anni, il ragazzo nato a Catania è uomo che guarda al futuro dopo l'addio agonistico: nel maggio 2021 è stato eletto come rappresentante degli atleti nella giunta nazionale del CONI, qualche settimana fa ha ricevuto il premio Sport Master 2023 dall'Università Cattolica. E intanto mette le basi per una carriera da mental coach.

Ecco l'intervista di Affaritaliani.it a Paolo Pizzo

La tua prima reazione quando ti diagnosticarono il tumore da bambino?
"Quando mio padre mi disse quello che stava succedendo provai paura allo stato puro. Mi lasciai andare a diverse ore di pianto, come credo sia normale all'età di 14 anni. La vera svolta fu quando mio papà mi portò sulla strada giusta, almeno a livello mentale nell'affrontare tutto questo. Mi disse di combattere con tutte quelle che erano le mie armi - io facevo già scherma - e dovevo portare tutto il mio coraggio come facevo in gara, contro questa malattia"

Paolo Pizzo Alessio Vassallo  La stoccata vincente Paolo Pizzo e Alessio Vassallo
(che interpreta il campione della scherma nel film tv La stoccata vincente) - foto Ipa

 

Quali sono state le persone più importanti nella tua battaglia vinta contro la malattia anche al di fuori della tua famiglia?
"Sicuramente i medici che hanno potuto operare con grande precisione per tirarmi fuori da quel brutto incubo. E ci sono stati sempre. Li ho rivisti anche qualche anno dopo ed è stato meraviglioso. Oltre a loro quei pochi compagni di classe che all'epoca ebbero il coarggio di venire a visitare un malato di cancro all'ospedale. Non è una cosa semplice per tutti, soprattutto quando ha 14 anni. Quei 2-3 compagni li ricordo ancora e ci sentiamo anche oggi"

L'amore per la scherma com'è nato?
Casualmente. Io ero portiere di calcio e alzatore di pallavolo: quindi uomo-squadra. Poi incontrai questo sport prettamente individuale a 7 anni. Mio padre mi consigliò di provarlo e da quando ho messo la testa nella maschera non l'ho più tolta. Era il mio mondo e lo sarà per sempre"

Due titoli mondiali e un argento olimpico con la scherma: un'immagine che ti viene in mente...
"Quella del titolo iridato vinto nel 2011 è il bacio alla mia terra, fatto subito dopo quello di Francesca Schiavone che trionfò al Roland Garros. Io ho baciato la mia terra a Catania: conquistare un mondiale a casa tua è una cosa enorme. L'argento olimpico a Rio 2016? La cosa più bella è stata l'ingresso la sera a Casa Italia con tutti i medagliati del giorno, tutto l'entourage del Coni e i tifosi ad accogliere la mia squadra trionfante, in quel momento abbiamo realizzato il capolavoro che avevamo fatto..."

Paolo Pizzo Lavinia BonessoPaolo Pizzo abbraccia la moglie Lavinia Bonesso dopo il trionfo ai Mondiali di Lipsia del 2017 (foto Ipa)
 

E siamo al 2017, il secondo titolo mondiale individuale...
"Un giornalista mi disse che solo Edoardo Mangiarotti oltre a me era riuscito a vincere da italiano un oro mondiale nella spada... lì ho capito che avevo fatto qualcosa di esagerato"

Nella tua lunga carriera chi sono stati i compagni di nazionale con cui hai avuto un legame più forte?
"Non è stato semplice legarmi con i compagni di squadra essendo uno sport da combattimento: li puoi incontrare nel tuo percorso e li devi buttare fuori dalla gara. Eppure quello che è diventato il mio testimone di nozze, Enrico Garozzo, mio conterraneo e argento olimpico con me. Abbiamo stretto una grande fratellanza e creato un percorso davvero umano perché ci siamo proprio divertiti nonostante le difficoltà di una carriera sportiva di alto livello"

Hai ricevuto il premio Sport Master 2023, quando è importante questo riconoscimento per te e cosa pensi dei corsi che formano i futuri dirigenti sportivi?
"Ricevere il premio è l'ennesima medaglia nel mio percorso. Prima da atleta e adesso da dirigente del Coni. E' stato significativo essere qua e importante. Ho detto subito sì. I partecipanti apprenderanno qualcosa per farsi avanti nella loro carriera: non è solo studiare qui, ma prendere degli input da mettere nel proprio background. Sempre al servizio della propria professione"

E inoltre.... Guarda la video-intervista a Paolo Pizzo

 
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