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Serie A va oltre Sky (e Dazn): con Cvc capital 2,2 mld per diritti tv e stadi
Diritti tv serie A e non solo: la proposta di CVC: soldi per costruire nuovi stadi
Serie A va oltre Sky (e Dazn): con Cvc capital 2,2 mld per diritti tv e stadi
La serie A guarda oltre la chiusura di questo campionato. Mentre prosegue la diatriba con Sky-Dazn-Img per l'ultima rata di questa stagione (da circa 230 milioni di euro complessivi, di cui 131 da Sky, con alcuni presidenti ancora decisi a far partire l'ingiunzione di pagamento: rischio tribunale anche se l'impressione è che alla fine si troverà un accordo tra le parti), il calcio italiano è alla vigilia di una decisione che può cambiare la sua storia. Tra poco più di un anno scadranno i diritti tv triennali sul campionato (2018-2021) e bisognerà tornare a trattarli.
Da qualche settimana si è prospettata l'ipotesi che il fondo Cvc (già noto per gli investimenti nella Formula 1 e nel Sei Nazioni di rugby) punterebbe a un accordo su base decennale per costituire una newco dove confluirebbero i diritti tv a partire dal 2021 (che andrebbe poi a trattare con i broadcaster per la rivendita dei diritti). Ma la grande novità di queste ultime ore è che l'affare potrebbe anche ampliarsi sino a quota 2,2 miliardi di euro. Nella proposta il colosso inglese non include solo il business legato ai diritti della serie A, ma si impegnerebbe anche a contribuire a finanziare la costruzione e la manutenzione degli stadi delle squadre italiane. La situazione è in divenire e da qui alla fine di giugno si potrebbe prendere una decisione, ma certo che il grande gap dell'Italia rispetto agli altri grandi campionati d'Europa (Premier League, Bundesliga in primis) sono gli stadi; pochi nostrri club hanno stadi moderni e di proprietà, finendo così per essere ancorati principalmente dagli incassi legati alle partite.
Va detto che in questa operazione l'ostacolo per CVC è legato alla Legge Melandri, che non permette l'acquisizione dei diritti tv da parte di un solo soggetto, Ma esssendo il fondo un intermediario, la norma potrebbe essere rispettata. Mentre sul fronte stadi in un'Italia che dovrà ripartire a livello economico nella fase 2 la costruzione di nuovi impianti sarebbe un volano non solo per i club, ma anche per l'economia del Paese.
In tema diritti tv, questa operazione permetterebbe alla Lega Calcio anche di tornare al vecchio progetto legato alla creazione di un canale della Lega stessa. Non dimentichiamo poi che in questo triennio Sky ha investito 789 milioni, mentre per il prossimo non pare intenzionata a confermare le stesse cifre e potrebbe non andare oltre il mezzo miliardo.
Il complesso Sky a Milano Santa Giulia (foto: Diego De Pol)
Già perchè Sky potrebbe cambiare. Secondo il Fatto Quotidiano, i nuovi proprietari, gli americani di Comcast, vogliono ridurre i costi e dedicarsi principalmente al business dello sport su Internet che è considerato il futuro. La nuova ricetta sarà su 'una televisione a pagamento in stile Netflix, con contenuti pregiati di sport e canali gratuiti come Tv8 per ammassare la pubblicità". Modello che sembra essere vicino al debutto: "Da luglio il gruppo proporrrà agli italiani l'attivazione di internet a casa". Il nome? "Ballottaggio tra Sky fibra e Sky wi-fi". La nuova Sky quindi, secondo il Fatto, si riorganizza con l'ad Ibarra chiamato a "sanare il bilancio - ancora non brillante - e curare il travaso dei clienti dal pacchetto televisione al pacchetto televisione + internet". Il calcio quindi è una componente ma non più la principale del futuro menù. Mentre è notizia delle scorse settimane la decisione anche di non rinnovare, dopo 17 anni, il contratto in scadenza al 30 giugno con Almaviva (250 persone a Palermo e 50 a Milano): non subentrerà nessun nuovo appalto, ma verrà gestito dall'interno.