Affari Europei

Cirinná, Viotti ad Affari: “Un errore la libertà di coscienza"

Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani

Onorevole Viotti, oggi al Senato si inizierà a votare il ddl Cirinná. Lei ha pubblicato un tweet in cui ha scritto che i cosiddetti 'cattodem' hanno “rotto il cazzo”. Toni forti, se ne é pentito?
“Ma per carità, se devo dispiacermi per un tweet... questi stanno giocando con la vita delle persone, dei bambini. Non sanno cosa stanno vivendo le mamme e i papà rainbow”.

 

 

Che cosa vivono?
“Mi chiamano mamme e papà che hanno l'angoscia perché ogni sera mettono a letto i figli e non sanno se la legge sarà approvata, se i loro bambini saranno tutelati o meno. Il peggio é che vengono dati giudizi morali sulle loro condotte e sui loro figli. Non é accettabile”.

Il pomo della discordia sembra essere la stepchild adoprion, la possibilità cioè per il compagno/a di adottare il figlio del partner. Secondo molti aprirebbe le porte all'utero in affitto. É così?
“Assolutamente no. Vorrei ricordare che la stepchild adoption, per come la conosciamo oggi, esiste dal 1983. La maternità surrogata in Italia é vietata e il 95% di chi ricorre a questi metodi all'estero é eterosessuale e poi usufruisce della legge del 1983. Chi oggi nel Pd pone queste questioni cerca un pretesto per fermare tutta la legge”.

Ci sono dietro degli interessi occulti?
“Io non credo che ci siano interessi nascosti, si tratta proprio di posizioni ideologiche, nel peggior senso del termine”.

Si aspettava che nel Pd ci fosse questo ostruzionismo?
“Militiamo in un partito ampio, con molte sensibilità, che devono essere ascoltate e rispettate. Ma quando nel partito si arriva ad una sintesi bisogna adeguarsi. Qui non si sta parlando di un provvedimento economico, ma di questioni valoriali, i valori del Pd”.

Niente libertà di coscienza dunque?
“E' stato sbagliato lasciare libertà di coscienza. La discussione nel Pd va avanti da anni. Alle elezioni Nazionali i senatori Di Giorgi e Lepri (cattodem, ndr) si sono presentati con il programma di Italia Bene Comune, che prevedeva unioni civili e stepchild adoption. Al Congresso nazionale abbiamo votato ancora. É un anno che la legge Cirinna é in discussione. Ora é il momento di adeguarsi al partito altrimenti, se si ritengono questi valori 'non negoziabili', bisogna trarre le conseguenze”.

Uscire dal partito?
“Vedano loro”.

I 5Stelle a Strasburgo sono favorevoli alla Cirinná. Anche a Palazzo Madama potrebbe nascere un asse Pd-M5S?
“Io ho chiesto a un collega eurodeputato del M5S di firmare una lettera congiunta da mandare a Roma per sostenere i colleghi e far sentire la nostra voce. Questo eurodeputato mi ha detto che non poteva fare nulla con il Pd, altrimenti i suoi si sarebbero arrabbiati”.

Ci può dire il nome dell'eurodeputato?
“No, non posso”.

Se i 5Stelle votassero sì a Roma sarebbe un cambio di maggioranza?
“Sapevamo fin dall'inizio di questa legislatura che per governare ci saremmo dovuti alleare con il centro e che per votare certi provvedimenti su libertà e diritti avremmo dovuto cercare altre maggioranze. Ma sentire Alfano che minaccia il governo... é divertente”.

Il governo non rischia?
“No, assolutamente”.

Anche tra i suoi colleghi del Pd a Strasburgo ci sono posizioni ostili al ddl Cirinná...
“Si, ci sono anche qui. Ma per fortuna non siamo chiamati a votare queste tipologie di testi al Parlamento europeo”.

Se la legge Cirinná passerà sarete soddisfatti?
“Saremo felici e festeggeremo, ma dal giorno dopo lotteremo per avere la parità totale, anche nel matrimonio. Per le elezioni del 2018 il Pd deve mettere nel programma il matrimonio egualitario. Un partito progressista non può accontentarsi: sui diritti deve puntare al massimo”.