L'avvocato del cuore

Maria Josè Falcicchia prosciolta a Milano: il commento di Bernardini De Pace

l'opinione di Annamaria Bernardini De Pace

Non luogo a procedere per la poliziotta. "Anche per questo il 12 giugno bisogna votare sì al referendum"

Dai 65.000,00 euro in discussione, il pg li ha ridotti prima a 7.500,00 nella richiesta di rinvio a giudizio e, addirittura, infine a 4.000,00 su esplicita richiesta del giudice. Secondo il pg, e questo per me che sono giurista da almeno 40 anni è una vera novità, la dottoressa Falcicchia aveva compiuto a proprio favore l’inversione del possesso di denaro della pubblica amministrazione, senza spenderlo a proprio favore. Il coraggioso gup Crepaldi non ha ancora depositato le motivazioni per le quali ha ritenuto che il fatto non costituisca reato, ma sono davvero curiosa di capire il nesso tra il peculato, l’inversione del possesso e una dirigente di polizia che si è preoccupata dei propri colleghi.

Non possiamo non immaginare, e non parteciparvi, il pianto liberatorio e, quindi, le lacrime potenti della dottoressa Falcicchia, grande donna e grande dirigente, ingiustamente perseguitata, crudelmente bloccata nella sua meritata e inarrestabile carriera, malamente colpita nella reputazione che aveva coltivato con sacrificio e con onore. Non è detto che sia finita così, purtroppo. Infatti, il dottor Gaballo, che ha voluto condurre lui l’indagine ritenendo inerti i pm che lo avevano preceduto e che avevano chiesto l’archiviazione, potrebbe ancora impugnare la sentenza. Speriamo davvero che non lo faccia. Per 4.000,00 euro, sempre e solo a disposizione degli uffici di polizia. Speriamo anche che il 12 giugno tutti i magistrati, quelli bravi e quelli no, capiscano che la giustizia che funziona è garanzia della libertà e della democrazia.

Lo potranno capire solamente se i cittadini italiani andranno a votare il 12 giugno per il referendum e voteranno Sì. Sì all’abolizione di tutte quelle norme che consentono ai magistrati di vivere in modo contiguo e pericoloso con gli altri poteri dello Stato, senza garantirsi l’indipendenza, quale indispensabile attributo della giustizia.

Già, purtroppo, la Corte costituzionale ha stabilito che i magistrati non possono essere ritenuti direttamente responsabili dei propri errori (condanne sbagliate, processi lunghi, inchieste inutili e qualsiasi altro errore che nasca dall’incapacità, dall’indolenza, dalla corruzione, dal pregiudizio): secondo me è uno sbaglio clamoroso perché chirurghi, avvocati, medici in genere e ogni altro professionista, pagano di tasca propria e, quindi, si muniscono di assicurazione. Perché lo Stato, cioè noi cittadini, deve pagare gli errori di un magistrato? La lobby del silenzio e una molto approssimativa riforma della giustizia hanno, purtroppo, boicottato questo referendum. Non potrebbe essere almeno la storia della dottoressa Falcicchia a far capire ai cittadini l’importanza di delimitare il perimetro di potere di qualsiasi magistrato, rafforzandone la responsabilità?

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