Lo sguardo libero

Scontro Murgia-Salvini, tutto è relativo, ma no ai luoghi comuni

Ernesto Vergani

La vicenda dimostra che la verità non sta mai da una parte sola

Lo scambio polemico tra il leader della Lega nonché ministro dell’Interno Matteo Salvini e la scrittrice Michela Murgia, autrice sarda del best seller “Accabarora” e vincitrice tra l’altro del Premio Campiello, fa sorridere per  luoghi comuni e dimostra che la verità non sta mai  da una parte sola e che tutto è relativo.

La vicenda nasce dal tweet di Salvini che aveva definito Murgia “intellettuale radical chic e snob”. A ciò, l’autrice ha risposto su Facebook con una sinossi (un confronto) tra le loro storie personali: “Via via – è questo il senso - io sono stata studentessa-(perito aziendale) lavoratrice, operaia, cameriera in un albergo del Passo dello Stelvio, operatrice di call center; tu hai studiato in un liceo della borghesia milanese, quindi sei stato consigliere comunale, europarlamentare, senatore e ministro, sempre pagato dalla politica.”

Con tutto il rispetto, che luoghi comuni! Da parte del ministro l’aderire a quella mentalità per cui  i cosiddetti intellettuali di sinistra siano radical chic e snob: in realtà la scrittrice ricorda il suo percorso da persona comune. (E del resto è anche vero che per darsi un tono mediaticamente, meglio essere di sinistra.) Da parte di Murgia, il pregiudizio opposto, ossia pensare che chi frequenta un liceo del centro città sia borghese. Storicamente parlando, per borghese si intende una persona (una famiglia) ricca, colta e di fama. Per intenderci: un ricco ignorante non è un borghese.

Tutto è relativo (come il rango della fama). Murgia mette in dubbio se non altro il nesso politica-fatica e quindi indirettamente quello politica-merito. È vero, la politica dovrebbe essere la forma più alta dell’esistenza, il che come minimo presuppone un’educazione… ma quanti sono i laureati in Parlamento (caratteristica che in una famiglia borghese si dà per scontata)? E a proposito di completezza, di dubbi  e di ragioni: si può essere scrittori senza aver fatto studi classici? Certo si può recuperare da autodidatta. Certo, Eugenio Montale era un ragioniere e vinse il Premio Nobel per la Letteratura (1975). Tutto è relativo, ma  è più probabile che sia più istruito un laureato di chi ha il diploma di terza media e che chi ha fatto il liceo classico conosca meglio la scrittura di chi ha studiato all’istituto per cuochi.