Coronavirus

Covid, ecco perchè convivere con il virus non è ancora la "nuova normalità"

Di Massimo Puricelli

Milioni di famiglie e fragili chiedono di riavere una "vita normale", ma i fondi per la ricerca di vaccini e farmaci antivirali scarseggiano

Mancano risorse (meglio dire non vengono allocate), la burocrazia impera, gli interessi economici delle case farmaceutiche la fanno da padrone (emblematico il caso giudiziario scatenato dal giornale americano NYT che ha denunciato la Commissione Europea per la mancanza di trasparenza riguardo i prezzi dei vaccini acquistati). Vaccini che impediscono il contagio e quindi la diffusione; farmaci antivirali ad ampio spettro; areazione dei locali chiusi; ecc. Queste, le principali misure per "convivere" in sicurezza con il Sars CoV2 e per nuovi, futuri patogeni.

Milioni di persone malate e i loro congiunti chiedono a gran voce alle Istituzioni di riavere la loro "vita" pre-covid; una esistenza precaria, costellata di visite mediche, terapie, esami, senza la paura di avere un ulteriore cecchino con un fucile pronto a sparare e colpire un corpo già debilitato, ma che vuole continuare a vivere che ha il diritto di vivere una vita "normale" e non un vita con la libertà condizionata anche negli affetti più cari (perchè il cecchino potrebbe essere anche il proprio amato congiunto).