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Rischio di eruzione ai Campi Flegrei?

Secondo quanto riportato dal sito lescienze.it, la grande caldera dei Campi Flegrei potrebbe essere più vicina a un’eruzione di quanto finora pensato. Lo suggerisce un’analisi del comportamento sismico e bradisismico dell’area vulcanica più monitorata al mondo. L’ultima eruzione avvenne nel 1538 e portò alla formazione di Monte Nuovo. L'immagine è tratta da un filmato ipotetico realizzato dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia in collaborazione con il Cineca di Bologna.

La caldera dei Campi Flegrei – che occupa più di 100 chilometri quadrati in un’area fortemente urbanizzata – sta entrando in una fase critica nella quale i fenomeni di sollevamento del suolo e di sismicità locale potrebbero diventare più intensi. Un modello elaborato da ricercatori dell’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Napoli e dell’University College di Londra suggerisce che un’eruzione della caldera potrebbe essere più vicina di quanto finora pensato. La ricerca che ha portato Christopher Kilburn, Giuseppe De Natale e Stefano Carlino a queste conclusioni è illustrata in un articolo pubblicato su “Nature Communications”.

 

ALTO LIVELLO DI RISCHIO


I disordini in grandi caldere raramente terminano in eruzione, portando purtroppo le comunità locali più a rischio a percepire gli avvertimenti di dell'attività vulcanica come falsi allarmi. Un esempio classico è appunto la Caldera di Campi Flegrei nell'Italia meridionale, dove tre episodi di bradisismo dal 1950 a oggi hanno sollevato la zona centrale di circa 3 metri senza sfociare in un'eruzione. 
Gli episodi sono stati tradizionalmente trattati come eventi indipendenti, d'altra parte la crosta rilassa lo stress accumulato dopo ogni episodio. Ma un nuovo modello di elasticità-fragilità sta verificando una visione alternativa che considera la possibilità che episodi successivi promuovano un accumulo a lungo termine di stress nella crosta. I risultati di questo studio forniscono la prima prova quantitativa che nei Campi Flegrei la situazione si sta evolvendo verso condizioni più favorevoli all'eruzione e individuano previsioni di come la caldera si comporterà durante i futuri disordini.

 

IL VULCANO PIU' MISTERIOSO DEL MONDO

 

Alcuni lo definiscono il vulcano più misterioso del mondo. Trentanovemila anni fa le ceneri dai Campi Flegrei, una quarantina di crateri tra Napoli e Pozzuoli, sono arrivate fino in Siberia. L'area è sorvegliata costantemente visto che tra i Campi e il Vesuvio vivono un milione di persone. L'anno scorso il presidente del consiglio nazionale dei geologi Francesco Peduto ci aveva portato alla scoperta della caldera dei campi Flegrei: "Davvero questo è un organismo vivo che pulsa e respira, così come l'ultima manifestazione importante nel 1500 ha portato alla formazione del monte nuovo in sole 24 ore". Solo qui, e in una zona del Giappone, si manifesta il fenomeno del bradisismo, il "movimento lento". Il terreno si è sollevato di diversi metri durante la crisi di bradisismo negli anni settanta. Un motivo in più per usare la massima attenzione.

"E' per questo che è molto sorvegliato perché è un'area altamente abitata. Per questo sono stati predisposti piani di evacuazione e di emergenza", aggiungeva già un anno fa Francesco Peduto. Eruzioni ce ne sono state e non è da escluderne altre. E nonostante tutti i controlli possibili, c'è un problema, come spiega il geologo napoletano Vincenzo Morra: "A Campi Flegrei c'è una variabile supplementare: l'attività non si è mai esplicata nello stesso posto". Un problema che per fortuna non riguarda il Vesuvio. Del grande vulcano sappiamo invece dove dovrebbe avvenire l'eruzione, senza tuttavia poterne conoscere l'intensità.

 

LA MICROSISMICITA'

 

A Campi Flegrei un ulteriore problema è una scarsa consapevolezza pubblica di pericolosità vulcanica rispetto alla minacce percepita dalla microsismicità. La persistente sismicità nel 1983-1984 ha danneggiato gli edifici in tutta Pozzuoli e ha innescato l'evacuazione di circa 40.000 persone. Rispetto alle emergenze dal 1950, quindi, un nuovo episodio di rapido sollevamento è probabile che rappresenti un rischio maggiore, nonché un significativo aumento del potenziale di eruzione. L'esperienza passata dei rapidi uplifts è purtroppo inaffidabile per percepire il livello di rischio durante una futura emergenza. I residenti di Campi Flegrei hanno sperimentato tre episodi di aumento rapido in sette decenni senza un'eruzione. Ciò favorisce la prospettiva che i rapidi rilievi siano indicatori deboli dell'attività vulcanica imminente. 

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