Cronache
Arbitri, bufera su Orsato e Rocchi per le tasse evase. E ora spunta la pista dei conti nei paradisi fiscali
Indagine della Finanza sui compensi Uefa: nei guai 50 direttori di gara e assistenti
Arbitri, scoppia la bufera su Rocchi e Orsato: le due ex giacchette nere avrebbero evaso il Fisco. Nel frattempo in un nuovo filone è caccia ai soldi nei paradisi fiscali
Se non è cartellino rosso poco ci manca. Una bufera si sta abbattendo sugli ex arbitri italiani, tra cui Rocchi e Orsato (due tra i top class delle giacchette nere della Serie A): sono stati sanzionati dal Fisco per aver evaso le tasse sui compensi ricevuti dalla Uefa tra il 2018 e il 2022. Ma non è tutto, dopo questa prima tornata di indagine - capitanata dalla Guardia di Finanza - è in corso un altro accertamento sempre sugli arbitri: quello di aver nascosto ingenti somme di denaro in paradisi fiscali come Svizzera e Liechtenstein.
A questa branchia dell'inchiesta gli inquirenti sarebbero arrivati tramite le rivelazioni di un pentito il cui nome è ancora top secret. Ora le varie Procure stanno vagliando conti e carte e potrebbero richiedere delle rogatorie internazionali per avere il quadro completo della situazione. Certo, c'è da dire che sia la Svizzera che il principato tedesco sono due ossi durissimi in materia fiscale e difficilmente svelano i segreti dei correntisti. Quindi la battaglia è tutta diplomatico-giudiziaria.
Tornando all'indagine della Finanza sulle evasioni fiscali: le verifiche, avviate nella primavera 2023 in seguito a un esposto della Guardia di Finanza, hanno rivelato che circa 50 arbitri, inclusi assistenti e addetti al Var, non avevano denunciato al Fisco i guadagni derivanti da partite europee, che prevedono compensi minimi di 8mila euro a gara. In alcuni casi, i pagamenti risultavano effettuati su conti esteri.
L’indagine, condotta su scala nazionale dopo le acquisizioni nella sede dell’Associazione Italiana Arbitri (Aia), ha portato alla scoperta di diversi casi di evasione, anche se tutti al di sotto della soglia dei 100mila euro, che comporterebbe un reato penale. Gli avvisi di accertamento dell’Agenzia delle Entrate, emessi a metà 2024, hanno spinto quasi tutti i coinvolti a sanare la loro posizione tramite il ravvedimento operoso, beneficiando così di sanzioni ridotte.