Cronache
Cyberbullismo, trolling, molestie. I rischi del web per adolescenti e adulti
Cyberbullismo, trolling, messaggi a sfondo sessuale ma anche vere e proprie molestie. Tutti i rischi del web
Cyberbullismo, trolling, messaggi a sfondo sessuale ma anche vere e proprie molestie. Sono questi i rischi della rete in cui sono incappati il 65 per cento dei ragazzi (adolescenti tra i 13 e i 17 anni) e degli adulti (18-74 anni) di 14 paesi, intervistati per lo studio Microsoft digital civility index, presentato oggi a Roma nel corso dell’evento “Educazione civica 4.0: vivere bene con gli altri anche in Rete”, promosso dalla fondazione Mondo digitale, insieme a Microsoft Italia, De Agostini scuola e all’assessorato Roma semplice.
Nello specifico, lo studio ha analizzato l’esposizione degli intervistati a 17 tipologie di rischi divisi in 4 aree: di comportamento, di reputazione, di invadenza sessuale e di quella personale. I 5 principali rischi individuati sono stati il contatto indesiderato, il cyber bullismo, il sexts ( messaggio o immagine a sfondo sessuale) e le molestie online. L’aver avuto a che fare con questo tipo di esperienze sale al 78 per cento se si includono anche i racconti di amici e familiari. Secondo i ricercatori, inoltre, dal rischio virtuale a quello reale il passo è breve: il 51 per cento ha infatti incontrato l’autore della minaccia, percentuale che sale al 58 per cento tra i ragazzi più giovani. La metà degli intervistati dichiara di essere preoccupato per la sicurezza online, il 62 per cento di non sapere dove trovare aiuto. Da questo punto di vista, però, i giovani sono più informati: il48 per cento sa a chi rivolgersi in caso di necessità. Lo studio analizza, inoltre, anche le conseguenze dei pericoli online: in particolare l’aumento generale dello stress ( +23 per cento), la perdita di fiducia nelle persone della vita reale (30 per cento), la paura di perdita della privacy. Infine, tra i dati più interessanti, il fatto che i paesi con un livello di maturità più elevato nel’utilizzo di internet (Inghilterra e Australia) registrino una minore incidenza di rischi online e maggiore consapevolezza della sicurezza.
Il report è stato presentato oggi in Campidoglio in un incontro a cui hanno preso parte 250 studenti e docenti di varie scuole. “Dovete fare attenzione a quando scrivete e a quando condividete – ha sottolineato Paolo Andreozzi, responsabile philanthrophies di Microsoft Italia ai ragazzi - Siete nati con la tecnologia, pensate di conoscerla, ma potete imbattervi in alcuni problemi. Per questo la formula magica è solo una: always be careful, stiamo sempre attenti”. Anche Massimo Bruno, vicequestore aggiunto della Polizia postale ha ricordato che da qualche anno a questa parte sono in aumento i crimini legati alla rete, in particolare il cyber bullismo e la prevaricazione online. “Prima di essere un poliziotto sono un genitore, e quindi cerco sempre di confrontarmi con i ragazzi – sottolinea -. Come polizia siamo stati costretti a cambiare: prima dell’era digitale ci occupavamo di prevenire i reati tradizionali e ordinari, ora cerchiamo svolgere lo stesso lavoro di prevenzione rispetto a fenomeni nuovi. Per questo giriamo molto nelle scuole, anche se i consigli che diamo sono molto semplici: non diffondete password, non fate in modo che i vostri contenuti siano visibili a tutti, non pubblicate immagini che vi ritraggono in situazioni di intimità. Quello che spieghiamo sempre è noi possiamo rimuovere una foto da una pagina ma non dalla rete – aggiunge - perché decine o centinaia di persone potrebbero averla già scaricata. Per questo l’attenzione alla propria privacy deve essere sempre al massimo”.
L’evento di oggi è stato organizzato con il patrocinio dell’assessorato Roma semplice. “Il messaggio è che la rete è un grandissimo strumento ma deve essere conosciuto – spiega l’assessora Flavia Marzano – Serve maggiore consapevolezza delle opportunità e dei rischi. I giovani possono e devono capire questo messaggio perché ne va della loro vita e della loro sopravvivenza. Purtroppo a volte è difficile che lo capiscono, per questo è importante il coinvolgimento di genitore e insegnanti”. Sulla stessa scia anche Mirta Michilli, direttore generale della fondazione Mondo digitale: “Noi abbiamo elaborato un modello di educazione per la vita in cui le competenze sono uno dei tre pilastri del nuovo sistema educativo che, secondo noi, una scuola del terzo millennio deve avere – afferma -. In questo contesto si inseriscono le competenze digitali, intese non solo come la capacità di usare la tecnologia ma anche la consapevolezza di un uso etico della rete. Oggi abbiamo sfruttato questa giornata dell’Internet safer day perché sappiamo che c’ è molta inconsapevolezza. Questa mattina soltanto due dei 250 ragazzi presenti hanno detto che credono di usare bene la rete. E’ chiaro che dobbiamo aiutarli a sviluppare il proprio ecosistema personale e ad acquisire strumenti per continuare ad apprendere in ogni situazione, in modo aperto e critico”.