Cronache

Elezioni Roma: rispunta Storace, autocandidato contro il delirio da manager

A poche ore dal vertice Fdi-Lega sulla candidatura per Roma, Francesco Storace sindaco invade le chat”, perché la politica deve metterci la faccia

Da Epurator a ministro della Sanità con Berlusconi, sino alla presidenza della Regione Lazio per poi ritentare naufragando clamorosamente nella sfida a Zingaretti. Quindi il ritiro dalla politica per tornare a scrivere. Ora il sogno "Francesco Storace sindaco di Roma".

Nel vuoto pneumatico del centrodestra romano, rispunta Storax con un sogno: convincere Meloni e Salvini che per sfidare la Raggi o il centrosinistra non serve un rappresentante della società civile o un manager prestato alla buona amministrazione ma che la politica deve tornare a metterci la faccia.

E i bene informati narrano che, di fronte alla vulgata di destra che alimenta la candidatura del “signor nessuno”, l'avvocato radiofonico Enrico Michetti, Storace abbia avuto un sobbalzo e un attacco d'ira pensando ad un sorta di sindrome da autodistruzione del centrodestra, pronto a studiare una sonora sconfitta a tavolino, pur di rinunciare a governare Roma, stretta tra la Regione Lazio di Zingaretti, la crisi post covid, e la Raggi che passerà alla storia per aver fatto 13 mesi di campagna elettorale. E così Storace ha tuonato in una chat di wap, contro Michetti, nella speranza che il vertice tra Fdi e Lega con la spintarella di Forza Italia, possa ricordarsi che a Roma c'è un politico di provata fede, ex missino, già ministro e pure presidente di Regione, col vizietto di non essersi mai arreso al declino e col virus della politica che muta di giorno in giorno.

E “Storace, perché no”. Quasi come lo scudetto della Roma, il tam tam è partito venerdì scorso su wap e ha inondato Roma, con la speranza che il nome arrivi in tempo sul tavolo del vertice odierno per suggerire come togliere Matteo Salvini e Giorgia Meloni dall'imbarazzo di un autunno, un inverno e una primavera passati a sfogliare come una margherita la rosa dei nomi che hanno detto “no grazie”, insieme ai veti incrociati che ricordano la partita a Shangai più lunga della storia.

Forza Italia risorge e i moderati...

Nel gioco dei bastoncini sfilati per far crollare il castello, chi ci guadagna è Forza Italia. A un passo dall'estinzione e orfana del vero candidato Guido Bertolaso, la cura di ossigeno del commissario romano Maurizio Gasparri dà un sussulto al paziente terminale. Il partito esce dai social e torna in piazza il prossimo week end con gazebo in tutti e 15 i Municipi romani “per illustrare ai romani il programma concreto per la città”, spiega Gasparri, che avverte: “Senza di noi non c'è partita per il centrodestra nella capitale”. Sembra strano ma è così, non tanto per i sondaggi, tanto per quella voglia di equilibrio che a Roma c'è sempre stata e ci sarà. Li chiamano “moderati”, oppure “cattolici impegnati”, gente che nel tempo si è ritirata in buon ordine ma che al momento delle urne, torna a votare.

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