Cronache
Taranto, in manette avvocato Amara: "Pressioni a Csm per incarico a Capistro"
Obbligo di dimora per l'ex procuratore di Trani e Taranto, Carlo Maria Capristo, "favori su procedimenti giudiziari per l’ex Ilva"
SCHEDA/ Ex Ilva, scambio favori Amara-Capristo su inchiesta
La Procura della Repubblica di Potenza accende un nuovo faro sull’ex procuratore di Taranto, Carlo Maria Capristo, sottoposto da oggi all’obbligo di dimora. L’inchiesta riguarda la gestione di alcune vicende relative all’ex Ilva quando Capristo guidava la Procura di Taranto. L’avvocato siciliano Pietro Amara, oggi arrestato, sarebbe stato l’uomo di contatto con Capristo quando il legale era consulente per conto dell’amministrazione straordinaria di Ilva, quest’ultima affidata a commissari di nomina Mise. Ci sarebbe stato, secondo la Procura di Potenza, uno scambio di favori relativi ai procedimenti giudiziari per l’ex Ilva, azienda che negli anni di Capristo a Taranto chiese anche un patteggiamento.
Ai nuovi provvedimenti di oggi, i magistrati di Potenza sono arrivati sulle tracce della prima inchiesta, quella che a maggio dello scorso anno aveva portato Capristo agli arresti domiciliari per una vicenda relativa a pressioni che lo stesso Capristo, quando guidava la Procura di Trani, avrebbe esercitato sulla pm Silvia Curione in merito a un'inchiesta. Quest’ultima, moglie di un pm, Lanfranco Marazia, che è stato sostituto di Capristo a Taranto (Curione e Marazia sono oggi alla Procura di Bari mentre Capristo, che ha sempre respinto tutte le accuse ed è attualmente a processo a Potenza, è in pensione).
Sotto la sua gestione a Taranto, Capristo si è interessato più volte di questioni relative all’ex Ilva. Un attivismo che non passó inosservato anche se ripetute volte la Procura si è interessata della fabbrica e non solo per le vicende relative all’inchiesta Ambiente Svenduto, cioè la gestione del gruppo Riva, inchiesta sfociata in un processo in Corte d’Assise conclusosi a fine maggio scorso con pesanti condanne. A marzo 2019, per esempio, Capristo promosse nel suo ufficio un vertice con diversi soggetti, non solo giudiziari, per un punto di situazione sui lavori di bonifica agli impianti. Al vertice parteciparono l’allora commissario di Governo alla bonifica di Taranto, Vera Corbelli, l’Arpa Puglia ed anche ArcelorMittal Italia, con l’allora amministratore delegato Matthieu Jehl.