Cronache
Femminicidi, "ministero della donna ipocrisia progressista": Milei spara a zero contro burocrazia e sinistra
“Aumentare la burocrazia statale è una truffa morale, fiscale e politica. È approfittare di un problema serio per fare affari”. Commento
Femminicidi, "niente burocrazia, ma pene severe": la ricetta del presidente argentino Milei
Nella calda estate 2024 l’Italia è andata in ferie, al netto di chi non può permettersele o di chi lavora nei settori del turismo, della ristorazione e del divertentismo, nonché al netto di chi sceglie di andarci in altri periodi dell’anno. La violenza sulle donne e con essa gli omicidi consumati sui corpi e sulle vite delle donne, però, in ferie non ci sono andati. Ne è un esempio il caso di Lucia Felici a Castelnuovo di Porto, sul cui omicidio il marito 82enne ha confessato la propria reità. Dagli atti dell’inchiesta sono emersi precedenti maltrattamenti e violenze nei confronti della ormai defunta 75enne signora Lucia. Altro recentissimo esempio noto è l’omicidio della 72enne Anna Rita Morelli per mano del marito 74enne, consegnatosi ai carabinieri dopo aver sparato il colpo letale. Entrambi gli uomini sono accusati di omicidio volontario.
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Tanto orrore, tanta violenza: tutto insensato. Tutto evitabile.
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Educare gli uomini, e in generale ogni essere umano, al rispetto delle differenze di vedute, in uno alla valorizzazione concreta della vita umana, è fondamentale. È l’abc della civile convivenza, è l’anticamera di ogni relazione sana.
Su come contrastare la violenza sulle donne si è espresso anche il presidente argentino Javier Milei. Pochissimi giorni fa Milei ha infatti parlato di “ipocrisia progressista”, sostenendo che “la soluzione alla violenza che gli psicopatici esercitano contro le donne non è creare un Ministero della Donna” e che “l’unica soluzione per abbassare il crimine è essere duri contro chi lo commette”, poiché – prosegue il presidente argentino – “Aumentare la burocrazia statale è una truffa morale, fiscale e politica. È approfittare di un problema serio per fare affari”.
In Italia, in Argentina e in ogni parte del mondo a non andare in ferie devono essere la schiettezza del buon senso e la normalizzazione delle libere autogestioni esistenziali di tutte le donne, senza distinzioni di classe socioculturale; poiché nessuna donna merita di vivere le proprie relazioni sentimentali come spazi relazionali angusti, ansiogeni e rischiosi.
A non andare in ferie nelle nostre aule di giustizia deve essere la certezza della pena per chi oltre ogni ragionevole dubbio è reo di omicidi, violenze, molestie. Perciò non occorre più burocrazia, anzi il contrario, occorre più organizzazione: per celebrare processi penali giusti, equi, ragionevolmente più celeri e più severi.
*Giornalista, Specialista legale della Presidenza del Consiglio dei ministri, dottore di ricerca in “Discipline giuridiche storico-filosofiche internazionali”, avvocato e scrittore