Forteto. Il Papa abbraccia le vittime
L 'incontro col Pontefice. Il Cardinale: "Figli lacerati e sofferenti"
Questa mattina Papa Francesco, a Roma, conclusa l’Udienza generale, ha incontrato una delegazione delle vittime del Forteto – circa 15 persone. Un riconoscimento non scontato da parte della chiesa Cattolica, frutto di una mediazione nata dopo la visita del pontefice nel Mugello, lo scorso 20 giugno, per commemorare i 50 anni dalla morte di Don Milani (qui).
Il Papa ha chiesto «perdono». Perdono, presumibilmente, per l’atteggiamento «neutro» mostrato dal clero toscano dopo l’arresto di Rodolfo Fiesoli, nel dicembre 2011. Infatti solo quattro anni più tardi, nell’estate 2015 – in seguito alla sentenza di primo grado che condannava Fiesoli per maltrattamenti e violenze sessuali e alcuni tra i «fedelissimi» per maltrattamenti - arrivò una presa di posizione dura. Quando il cardinale e arcivescovo Giuseppe Betori, in Santa Maria del Fiore (Firenze), denunciò la comunità e l’inerzia con cui, dalla politica alla chiesa, si era tardivamente riconosciuta una «vicenda drammatica». E non a caso proprio Betori è stato il tramite del colloquio. Che, seppur simbolico, appare come un altro (e alto) riconoscimento per una storia lunga oltre 30anni che fatica ad uscire dal territorio nel quale si è consumata.
L'intervista di Affari Italiani al presidente dell'asso. Vittime del Forteto (qui)
Ha commentato Betori: «L’incontro con il Santo Padre è stato fonte di consolazione per le vittime che si sono strette attorno a lui come figli lacerati e sofferenti, ma il suo gesto di accoglienza rappresenta anche un importante segno di sostegno al cammino intrapreso dalle vittime perché emerga la verità sugli atti criminosi che hanno segnato la vita del Forteto, seminando profonda sofferenza che resta iscritta nella carne e nell’animo di tante persone. Una verità che deve essere sancita nelle aule della giustizia come pure deve diffondersi nella coscienza della collettività, soprattutto di coloro che hanno responsabilità nella conduzione della vita della società, chiamati ad assumere decisioni che riportino la legalità dove essa è stata così gravemente offesa, e impediscano la reiterazione dei crimini. Il cammino di riparazione e rigenerazione, che ha trovato luce e forza nelle parole e nei gesti di vicinanza del Papa, infatti include anche il porre fine definitivamente alle aberranti prassi di disfacimento della famiglia naturale che sono alla base degli abusi che hanno causato tante sofferenze».
Forti anche le dichiarazioni di Stefano Mugnai (FI), consigliere regionale toscano, presidente e poi membro delle due commissioni regionali d’inchiesta istituite sul caso Forteto: «Un passo importante verso una “nazionalizzazione” di questa drammatica vicenda di abusi che non c’è ancora stata, che il Pd ancora tenta di evitare e osteggiare, ma che riteniamo debba rappresentare il necessario compimento di una doverosa resa di giustizia ai bambini e ragazzi affidati dai tribunali a quella comunità-setta e per questo abusati. In questo senso, le vittime del Forteto sono vittime di tutti. Sono vittime di Stato».
@Simocosimelli
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