Cronache
L'Università di Torino e il boicottaggio di Israele dopo il blitz studentesco
Esplode il caso, l'Ateneo rinnega la cooperazione con Tel Aviv per solidarietà a Gaza. Le proteste: "Decisione gravissima e inquietante"
Università di Torino, la decisione di interrompere i rapporti con Israele è un caso
L'Università di Torino è finita al centro della bufera mediatica per la decisione di boicottare Israele. La decisione dell'Ateneo è stata presa in seguito ad un vero e proprio blitz dei collettivi studenteschi, tutti schierati con Gaza. Il tema - si legge su Il Giornale - è sempre la guerra in Medio Oriente, scatenata da Hamas con l'attentato del 7 ottobre del 2023 contro i civili israeliani. Eppure a essere nel mirino degli studenti di estrema sinistra è solo la reazione di Israele. E via con le richieste di boicottaggio ai danni delle università dello Stato Ebraico, che per altro rappresentano un’avanguardia mondiale in diversi campi di ricerca. A Torino il blitz delle associazioni studentesche Cambiare Rotta e Progetto Palestina ha funzionato. Infatti dopo l’occupazione e l’interruzione di una riunione del Senato accademico è arrivata la resa.
Leggi anche: Israele, no di Hamas alla proposta Usa modificata sulla tregua
Leggi anche: Il pacifismo del Santo Padre non ammette il principio di differenza
L’Università del capoluogo piemontese ha deciso che non parteciperà al bando del 2024 per la cooperazione scientifica con Israele. Il boicottaggio è stato votato a maggioranza dal Senato accademico, che ha ritenuto non opportuno di proseguire con la collaborazione con gli atenei israeliani, alla luce degli sviluppi della guerra a Gaza. Ma la cosa più grave è che il no alle università di Israele è stato ispirato dai collettivi. Reagisce Stefano Parisi, presidente dell’associazione Setteottobre, nata per affermare il diritto di Israele a difendersi e per contrastare l’antisemitismo. Per Parisi - e lo riporta Il Giornale - la decisione dell’università di Torino "è gravissima e inquietante e ci riporta a un passato lontano che non avremmo mai voluto rivivere".