Cronache
"La morte di Saman? E' colpa dell'Islam": il sondaggio parla chiaro
Una grande maggioranza di italiani attribuisce il delitto a questioni religiose e culturali: solo per il 14,5% si tratta di una responsabilità individuale
Di chi è la responsabilità dell'omicidio di Saman, la 18enne di origine pakistana uccisa dai suoi familiari? Il 32% degli italiani attribuisce la colpa all'Islam, che non consente una vera integrazione nella società Occidentale.
Il dato emerge da un sondaggio di Termometro Politico, al quale il 29,3% ha risposto che, dal suo punto di vista, più che una questione religiosa è un fatto culturale: la responsabilità sarebbe di una concezione patriarcale che rimane forte in alcune aree del mondo.
Per il 20,5% la responsabilità non è di tutto l'Islam, ma dell'interpretazione più conservatrice che la famiglia aveva fatto propria.
Solo per il 14,5% si tratta di una responsabilità individuale, dei genitori e dei membri della sua famiglia.
Agli intervistati è stato chiesto anche quali misure, secondo loro, andrebbero prese per migliorare l'integrazione di chi proviene da una cultura diversa soprattutto islamica. Per il 33,3% si dovrebbe investire in istruzione e maggiori servizi pubblici nelle aree in cui l'immigrazione è maggiore, per il 23,7% si dovrebbe sorvegliare in particolare i movimenti, le associazioni, le moschee più fondamentaliste, eventualmente scegliendole ed espellendo i leader, per il 23,% l'integrazione è molto difficile quindi si dovrebbe vietare l'ingresso di immigrati sospettati di appartenere a gruppi integralisti, per il 14,4% l'integrazione è impossibile e bisognerebbe quindi vietare l'ingresso di immigrati di religione musulmana. Solo l'1,6% ritiene che dovremmo essere noi a comprendere di più e adeguarci alle loro usanze per poterli accogliere e integrare meglio.
Intanto, sul caso-Saman l’ufficio di presidenza della Commissione d’inchiesta sul femminicidio del Senato ha deliberato di avviare subito un’indagine.
“È motivo di sgomento per tutti noi - spiega la senatrice Valeria Valente, Presidente della Commissione sul Femminicidio e la violenza di genere - che una giovane donna possa rischiare la fine che temiamo abbia fatto Saman Abbas, soprattutto dopo aver cercato di salvarsi, chiedendo ripetutamente aiuto alle istituzioni del nostro Paese. In questa Italia, dove lei aveva scelto di vivere libera, le nostre leggi devono essere applicate fino in fondo e garantire la sicurezza a tutte le donne, di qualunque nazionalità o provenienza”.
Di fronte a tragedie come queste, secondo Valente, “non bastano il dolore e l’indignazione, e sono inammissibili le strumentalizzazioni politiche. Il legislatore ha il dovere di interrogarsi e di verificare se esista o meno un vuoto normativo. Come Commissione d’inchiesta cercheremo di accertare dove e come ha fallito la rete di protezione, e a questo scopo faremo tutte le audizioni necessarie e acquisiremo gli atti”.