Cronache
Mps, "David Rossi? Fu ucciso". Tutti i punti oscuri: e quella telefonata...
Le ferite, l'orologio, il telefono. Ecco tutto quello che non torna nella morte dell'ex capo comunicazione di Mps David Rossi
di Lorenzo Lamperti
@LorenzoLamperti
Sono passati quasi quattro anni da quel 6 marzo 2013. E' il giorno della morte di David Rossi, l'ex capo della comunicazione di Monte dei Paschi di Siena che ha perso la vita dopo essere precipitato dalla finestra del suo ufficio in circostanze mai del tutto chiarite. L'ultima perizia della procura parla di "probabile suicidio" ma allo stesso tempo si descrivono ferite incompatibili con la caduta dalla finestra. E il giallo resta, eccome. Affaritaliani.it ripercorre i punti oscuri della morte di David Rossi in un'intervista con il legale Paolo Pirani che, insieme al collega Luca Goracci, difende gli interessi della sua famiglia.
Avvocato Pirani, qual è stata la sua prima impressione sulla vicenda quando lo scorso aprile ha assunto l'incarico?
Il fascicolo era, ed è, molto complesso e ho dovuto metabolizzarlo, ma sin da subito ho potuto constatare che dalla prima inchiesta che è stata archiviata qualcosa non tornava. C'era tutta una serie di dubbi confermati dal fatto che il caso è stato riaperto e il corpo di Rossi riesumato. Le perizie hanno confermato che quanto sostenuto dal collega Goracci durante la prima inchiesta era sostanzialmente corretto. Sul corpo di Rossi ci sono una serie di lesioni incompatibili con la modalità della caduta rappresentata anche dal video. Nel primo decreto di archiviazione si sosteneva una balistica scientificamente impossibile. Certo, molti approfondimenti su questo e altri aspetti andavano fatti all'epoca e non dopo tre anni e mezzo. Il grande rammarico è che si sono perse per strada delle prove potenzialmente determinanti.
IL GIALLO DELLE TELEFONATE POST MORTEM Tra i tanti misteri intorno alla morte di David Rossi il più sconcertante è probabilmente quello che riguarda l'attività del suo, anzi dei suoi, telefoni cellulari. Rossi era in possesso infatti di due apparecchi con lo stesso numero. Poco prima della morte, Rossi fa e riceve una chiamata da un numero sconosciuto. Gli inquirenti non sono riusciti a stabilire di quale numero si trattasse a causa di alcuni "buchi neri" nei tabulati. Dopo l'orario della morte si verificano due fatti mai chiariti. Alle 20,16 uno dei due telefoni riceve una chiamata dalla figlia Carolina e dai tabulati risulta che qualcuno le rispose per poi chiudere la conversazione subito dopo. E poco più tardi dal telefono di Rossi partì una telefonata in uscita verso un misterioso numero, la cui proprietà non si è mai riusciti ad accertare. |
A quali prove fa riferimento?
Mi riferisco alle prove tipiche della scena del crimine. Abbiamo fatto un sopralluogo nell'ufficio di Rossi il 25 giugno 2016, oltre tre anni dopo la sua morte. E' chiaro che ci siamo trovati di fronte ad una scena del crimine totalmente diversa e contaminata. Si sono perdute tutte le tracce di dna che avrebbero potuto dirci chi era in quella stanza quella sera. Non abbiamo i campionamenti delle tracce biologiche dell'epoca. Nel 2013 furono acquisiti e sequestrati dei fazzolettini con macchie di sangue che ora non sappiamo nemmeno dove sono e probabilmente sono stati distrutti. In quella stanza si è perso tantissimo.
Nell'ultima perizia si fa riferimento a ferite che potrebbero essere incompatibili con la caduta.
Tutti i medici che hanno avuto modo di verificare il video della caduta sostengono che le ferite frontali non possono essere conseguenza della caduta in quanto antecedenti la stessa. David sbatte la schiena e tutte le lesioni frontali non hanno nulla a che fare con la caduta. Tutto questo era già documentabile ma anche qui molte cose all'inizio non sono state fatte. Mi riferisco a un eventuale esame istologico che poteva dare risposte concrete su quelle ferite. E' chiaro che oggi, a tre anni e mezzo di distanza e due lavaggi del corpo, i risultati degli esami non risultano dirimenti. All'epoca si sarebbe potuto anche fare un sequestro dei vestiti.
Un altro aspetto poco chiaro è quello della posizione dell'orologio. Perché si è ipotizzato che qualcuno lo abbia buttato di sotto?
La posizione dell'orologio non trova spiegazione da un punto di vista tecnico, lo capirebbe anche un profano guardando il video. Il corpo di Rossi cade in maniera leggermente obliqua verso l'uscita del vicolo ovvero verso sinistra. Lui portava l'orologio al polso sinistro ma lo stesso lo troviamo collocato al suolo a un metro e mezzo a destra nella parte alta. Si tratta di una posizione difficilmente spiegabile da un punto di vista crimino-dinamico.
E' vero che partì una telefonata dal cellulare di Rossi in un orario successivo alla sua morte?
Su questo punto abbiamo dei dati che ci vengono forniti dalla Guardia di finanza sotto forma di elaborati in Excel dei tabulati telefonici. Abbiamo inoltrato una specifica richiesta per i tabulati originali anche per avere indicazioni sulle celle. Quello che emerge è che dopo le 20, quando David era già a terra, sarebbe partita in uscita una chiamata dal suo telefono. Sicuramente è importante capire verso quale numero ma mi sembra ancora più importante sottolineare il fatto che qualcuno ha usato rispondendo per 3 secondi il telefono di David mentre lui era a terra e circa 40 minuti prima del primo avvistamento ufficiale del suo corpo; inoltre risulta anche una risposta di 3 secondi sempre quando David giaceva a terra.
La moglie di David ha sempre detto che il marito aveva paura di qualcuno o qualcosa.
Sull'aspetto psicologico abbiamo dato incarico a una consulente, una psicologa forense, che ci ha escluso la possibilità di un suicidio. Ci sono tre categorie di suicidi: il suicidio depressivo, quello indotto e quello di impeto. David non era malato, non era sotto effetto di alcolici o stupefacenti e non aveva ricevuto nessuna notizia in grado di sconvolgerlo. Certo, era preoccupato e aveva vissuto male la perquisizione del 19 febbraio ma lui nell'inchiesta su Mps non è mai entrato. In quei giorni, anzi in quelle ore, progettava il suo futuro a breve e lungo termine. Stava progettando gli appuntamenti dei giorni seguenti e nell'ultimo messaggio alla moglie, 40 minuti prima del fatto, dice che sarebbe andato a comprare la cena e sarebbe tornato a casa. Tutto ci dice che quello di David non fu un suicidio.
Lei ha parlato più volte di incongruenze o aspetti non approfonditi. Si è fatto un'idea del perché queste incongruenze o mancati approfondimenti si sarebbero verificati?
Io non guardo al perché o altre cose astratte, guardo ai fatti ed alle prove. Devo valutare non tanto le motivazioni quanto i fatti concreti. Sicuramente un giorno le incongruenze qualcuno ce le dovrà spiegare anche perché non c'è cosa peggiore che nutrire dubbi circa il fatto di non aver approfondito nell'immediatezza circostanze che potevano essere determinanti per scoprire la verità. Per una famiglia avere la sensazione che sia stata sottratta la verità sulla vita e la morte di un proprio caro è devastante.
Tenendo conto di tutte le difficoltà del caso, quale pensa possa essere il futuro dell'inchiesta?
Sicuramente la situazione è stata molto compromessa per tutto quanto ho detto in precedenza. Ma la nostra indagine continua su vari fronti e mi auguro che la stessa cosa la faccia anche la procura. L'indagine non è solo tecnica ma anche fondata sull'acqusizione di informazioni di persone informate sui fatti. Ribadisco di non sapere come si stia muovendo la procura perché il fascicolo della riapertura indagine è segretato ma è un dovere verso tutta la famiglia che si faccia davvero luce e chiarezza su tutte le anomalie che abbimao riscontrato. Per esempio: come è possibile che non si abbia un elenco delle persone che quella sera sono entrate e uscite dalla sede principale di Mps? Noi tutti legali e consulenti, con l'ausilio dei familiari, stiamo lavorando e lavoreremo affinché si possa arrivare alla verità.