Cronache

Neonato lasciato in ospedale a Milano, la mamma deve avere il diritto di farlo

di Laura Rita Santoro*

Il rischio che si vanifichino anni di campagna “pro vita” e parto in anonimato

Il problema con rischio di esiti infausti, più facilmente, si potrebbe creare nei parti a domicilio, lontano dai professionisti sanitari, come le ostetriche, i medici e le infermiere. Un dovere per tutti i professionisti sanitari, ma anche cittadini comuni, informare che se un bambino viene dato alla luce in casa, oppure se la scelta di abbandonarlo è successiva al parto, non è necessario “gettarlo via”, quella creatura non ha nessuna colpa e ha il diritto di vivere, dobbiamo suggerire di affidarlo in mani sicure.

Le parole d’ordine, ragione per la quale non apprezziamo il grande clamore di questi giorni, “privacy garantita” e “nessuno vi giudicherà”! Chiunque volesse rinunciare al bambino, può farlo in ospedale, nel caso di parto in ospedale, ma può anche ricorrere alle “culle per la vita”, quelle culle che una volta chiamavamo la “ruota degli esposti”. Le donne possono affidare il loro bambino, alle cure, all’assistenza del personale sanitario, senza essere viste e/o riconosciute; le “culle per la vita” sono presenti in tantissime città italiane.

Nelle zone dov’è possibile lasciare i bambini, le telecamere non consentono d’inquadrare le mamme, la visibilità della telecamera è mirata, in modo esclusivo, alla culla, il cui fine è evitare che si possa individuare chi abbandona il bambino.