Cronache

Piombino, la nave anti gas russo è un pericolo: si ferma la transizione green

di Cecilia Sandroni

Il rigassificatore sarebbe a poche centinaia di metri dalle prime case e i cittadini insorgono contro i possibili catastrofici danni ambientali

Dimenticando che quello di Piombino è stato dichiarato Sito di interesse nazionale per le emergenze ambientali (già ampiamente danneggiato) e che questo intervento verrebbe fatto saltando tutte le norme di valutazione di impatto ambientale e del rischio legato a possibili incidenti (esplosioni o inquinamento). Il rigassificatore, caso unico nel mondo, sarebbe a poche centinaia di metri dalle prime case (a Barcellona è a oltre quattro chilometri) e sarebbe a ciclo aperto con rilascio in acqua di ettolitri di cloro ogni giorno. Inoltre, in un porto ad alto traffico passeggeri (120 partenze ogni giorno) e di dimensioni ridotte. 

Il problema è che non è vero neanche che si tratti di una vera emergenza. L’Italia ha pozzi già attivi nel mar Adriatico che potrebbe riemettere in funzione in pochi mesi e da questi si potrebbe estrarre lo stesso gas a costi venti volte inferiori a quello che arriverebbe via nave. Da quegli stessi pozzi chiusi in Italia, la Croazia da tempo tira su tutto il gas.

I cittadini si sentono impotenti, sanno di subire un torto solo perché il governo ha deciso per la via più breve, affidarsi a Snam senza valutare alcuna alternativa a minore impatto sulla popolazione. Di fatto è una sospensione terribile della democrazia. La guerra è lontana ma gli effetti possono essere imprevedibili.