Cronache

Giustizia penale allo sbando, fanno bene gli avvocati a scioperare

l'opinione di Paolo Becchi e Giuseppe Palma

L'obbligatorietà del processo penale telematico lede i diritti di difesa

L’Unione camere penali ha proclamato - per il 29, 30 e 31 marzo – l’astensione dei penalisti dalle udienze. Tre i motivi dell’astensione: 1) la protesta contro la riforma della prescrizione penale targata Bonafede; 2) la mancanza di iniziative riguardanti la crisi di autorevolezza che la magistratura sta attraversando a seguito della nota “vicenda Palamara”; 3) la protesta riguardo l’introduzione di un meccanismo di gestione del processo penale telematico del tutto inadeguato e, al momento, mal funzionante.

Partiamo dal primo punto, quello della prescrizione. Con Legge n. 3/2019 – il cosiddetto “spazzacorrotti” voluto da Bonafede - il corso della prescrizione viene sospeso a partire dalla data di pronuncia della sentenza di primo grado, sia di condanna che di assoluzione. L’allora maggioranza giallo-verde trovò una quadra sofferta sul punto, infatti Salvini subordinò il sì della Lega al rinvio dell’entrata in vigore della riforma al primo gennaio 2020, tempo necessario per una nuova legge che prevedesse i tempi certi della giustizia penale. Nell’agosto 2019 cadde il governo Conte I e delle correzioni richieste dalla Lega non se ne fece più nulla. Ad oggi vige pertanto la riforma giustizialista del M5s che in buona sostanza produrrà un allungamento smisurato dei tempi della giustizia penale, con la pena che diverrà definitiva solo dopo decenni, perdendo il suo effetto rieducativo e soprattutto introducendo nel reo un senso di ingiustizia insopportabile nel dover scontare una condanna per fatti parecchio lontani nel tempo. Una autentica barbarie.