Cronache
Psichiatra aggredita, Sip: "Allarme violenza, ma discernere malati-criminali"
Dopo il caso di Pisa, su Affari interviene la presidente della Società italiana di psichiatria Liliana Dell'Osso per fare il punto sull'emergenza
I ministri Schillaci e Piantedosi hanno ricordato la presenza di posti di polizia negli ospedali, l’inasprimento delle pene e la procedibilità d’ufficio per chi aggredisce personale sanitario. Sono misure sufficienti?
C’è una legge di pochi anni fa (L. 14/08/2020 n. 113) secondo cui ‘al fine di prevenire episodi di aggressione e di violenza, le strutture presso cui opera il personale prevedono nei propri piani per la sicurezza misure volte a stipulare specifici protocolli operativi con le forze di polizia per garantire il loro tempestivo intervento’. Protocolli, nella nostra esperienza, difficili da sottoscrivere e da attuare. Anche perché episodi di violenza potrebbero avvenire anche in studi privati, come è avvenuto per il dottor Piero Orsini qualche mese fa.
Inoltre dobbiamo denunciare una grave carenza di strutture idonee ad ospitare non solo i pazienti con malattia mentale, ma appunto affetti da psicopatia o altro disturbo della personalità, che mettono in atto comportamenti criminali. Questi soggetti spesso, invocando la seminfermità di mente, si sottraggono al circuito penale e finiscono per diventare “pazienti psichiatrici”, rendendo le Rems sempre più sovraffollate, e costringendo l’attività giudiziaria a inoltrare i casi alle nostre strutture. Ma i dipartimenti di salute mentale non sono affatto attrezzati per gestire pazienti di questo tipo.
E’ noto che negli ultimi anni i tagli alla sanità siano stati consistenti. Questo lo avete riscontrato anche per quanto riguarda la psichiatria?
Servono investimenti nella sanità in termini di capitale umano, e strutture adeguate. I tagli delle risorse e di personale degli ultimi due decenni, come il Covid ha messo in evidenza, hanno ridotto all’estremo i servizi sanitari pubblici che fanno sempre più fatica a rispondere e intercettare precocemente i bisogni dei pazienti, trovandosi a gestire poi situazioni emergenziali molto gravi.
La prevenzione deve avvenire a vari livelli, a iniziare ovviamente da quello clinico, assistenziale, ma anche organizzativo e legislativo, riformando un sistema sanitario ridotto al minimo. Del resto il problema della sicurezza sui luoghi di lavoro non riguarda solo l'incolumità degli operatori; impatta anche sul loro modo di lavorare e riguarda in generale anche il mandato della psichiatria. Perché se gli operatori sanno di poter essere tutelati in caso di necessità, riescono a lavorare meglio… .