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Sanità, gli diagnosticano un tumore e deve fare la risonanza: prima disponibilità nel 2027
La situazione si sblocca solo dopo la sua denuncia finita su tutti i giornali: "Sono schifato"

Sanità, il caso di Pietro: ha un tumore, due anni per una risonanza. Poi improvvisamente...
La sanità pubblica italiana continua a essere in difficoltà, il post-Covid ha portato a una fuga di medici e infermieri e ha fatto emergere in maniera ancora più evidente tutte le difficoltà dovute non solo alla carenza di personale ma anche alla mancanza di strutture e fondi. Emblematico in questo senso è il caso di un ex operaio dell'Ilva di Taranto. Tutto comincia nel 2017, quando al 46enne Pietro Vernile - riporta Il Giornale - viene riscontrato un rigonfiamento dei linfonodi al braccio destro e due lesioni tumorali benigne ai polmoni. Da lì comincia un percorso di analisi per tenere sotto controllo la situazione. E arriviamo agli ultimi giorni. È necessaria una risonanza magnetica senza contrasto alla rachide cervicale.
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L’uomo tenta di prenotare l’accertamento necessario ma, allibito, si sente rispondere che non c’è nulla da fare sino al 27 marzo del 2027. "Già il Covid - dice sconsolato Pietro a Il Corriere della Sera - mi ha costretto a interrompere Tac e Pet. Ora scoprire che per una risonanza devo aspettare due anni mi fa arrabbiare e provare disgusto per questa Regione, questo Paese, questo sistema sanitario". Il caso monta, anche attraverso i social. Dopo la denuncia e il tam tam seguito alla notizia, l’Asl di Taranto gli telefona e gli offre un appuntamento per il 9 aprile in una clinica privata. "Ci vuole una denuncia per far capire che le cose così non vanno? L’attesa per gli esami sanitari va accorciata per tutti. Sono schifato".