Stupro Rimini, Consap: Varsavia ci ridicolizza, giustizia italiana vergognosa
Consap: "Il Vice Ministro della Giustizia polacco con le sue dichiarazioni sui gravi fatti di Rimini ha ridicolizzato nel mondo l’Italia e la sua Giustizia"
“Le dichiarazioni fatte dalle istituzioni della Polonia dopo lo stupro consumato a Rimini nei confronti di una cittadina polacca e l’aggressione subita da suo marito hanno messo in ridicolo in tutto il mondo, e non solo in Europa, il nostro paese in cui, per colpa del suo fallato buonista sistema giudiziario, i criminali non pagano adeguatamente le loro azioni delinquenziali, anche le più efferate” così tuona la Consap, sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia di Stato in merito all’intervento delle autorità polacche sui gravi fatti di Rimini.
“Il vice ministro della giustizia polacco, Patryk Jaki, – denuncia Stefano Spagnoli, segretario nazionale Consap, sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia di Stato - in merito al grave episodio di stupro avvenuto a Rimini, da parte di 4 magrebini, ha dichiarato che di fronte a un reato di questo genere, bisognerebbe reintrodurre la tortura, non disdegnando la pena capitale per gli aggressori di un simile efferato crimine. In altre dichiarazioni polemiche poi, il vice ministro ha affermato: ‘non lasceremo questa cosa agli italiani. Vogliamo portare in Polonia questi criminali e sbatterli nelle nostre prigioni, che si cuociano lì’".
"In queste forti dichiarazioni si ha, qualora ce ne fosse bisogno, un'ulteriore conferma di ciò che va denunciando ormai da anni l’organizzazione sindacale che rappresento – continua Spagnoli – e cioè l’inadeguatezza e la totale inefficienza del sistema giudiziario italiano, che non riesce a garantire neanche la minima certezza della pena al punto che una deflagrazione dello stesso è ormai prossima! Simili affermazioni – incalza ancora il segretario nazionale - rappresentano un sonoro ceffone alla politica italiana della sicurezza e dell'immigrazione".
"Affermazioni di tale portata, per nulla condivisibili ma purtroppo comprensibili, dovrebbero essere fonte di un forte imbarazzo nelle relazioni tra i due paesi e mi stupisco che nessun rappresentante del Governo si sia indignato. Sicuramente, la consapevolezza del Governo di avere un sistema giudiziario non efficace ha suggerito di astenersi da repliche alle autorità polacche perche altrimenti, in un contesto diverso, almeno l’ambasciatore Polacco sarebbe stato già convocato alla Farnesina per chiarimenti. Le dichiarazioni Polacche infatti, alla luce della ribalta mondiale che ha avuto la drammatica notizia, minano pesantemente, a livello internazionale, la credibilità e l'immagine stessa dell'Italia".
"Credo sia giunto il momento che ognuno si assuma le proprie responsabilità e che i responsabili politici dello sfacelo della sicurezza e della giustizia italiana inizino almeno a provare un po’ di vergogna perché, pur avendo in Italia una Polizia riconosciuta come tra le migliori in Europa, non riescono a garantire la sicurezza e la certezza della pena . In Italia si setacciano le azioni della Polizia, si inseguono i loro “non errori” , si rende difficile la vita alla gente onesta mentre si offrono, però, infinite garanzie ai delinquenti che sono perfettamente consapevoli dell’impunità che queste garanzie gli concedono. Emblematico in ordine di tempo, ma gli esempi sarebbero infiniti, è quanto avvenuto a Sanremo qualche giorno fa, dove un collega intervenuto per calmare un nordafricano in preda all’alcool, a seguito di una colluttazione con l’uomo, ha dovuto subire l’asportazione della milza e lo straniero invece il giorno dopo, condannato a 10 mesi, è stato poi immediatamente scarcerato! Mi domando Quale giustizia è questa?” La certezza della pena – conclude con rabbia Spagnoli, costituisce una funzione deterrente; se viene meno la certezza di un "castigo", salta l'intero equilibrio del sistema. Bisogna dire Stop a questo sempre più devastante senso di ingiustizia che serpeggia come un male oscuro tra gli italiani e ormai anche tra le Forze dell’Ordine e che pian piano si sta tramutando in una stabile disperazione e rassegnazione difficile poi da cancellare. Bisogna fermare questa vocazione all'autodistruzione di una nazione, da parte di "mandarini" del buonismo interessato e dell'accoglienza illimitata!!!”