Cronache

Vasto, l'accusa dei pm a Di Lello: "Omicidio senza attenuanti"

"Procediamo per omicidio volontario premeditato"

"Procediamo per omicidio volontario premeditato". Il procuratore Giampiero Di Florio non ha ancora consegnato il fascicolo al gip, ma è questa la linea su cui è indirizzata la procura: la volontarietà e la premeditazione con cui Fabio Di Lello avrebbe concepito e realizzato la sua vendetta uccidendo Italo D'Elisa, il giovane che sette mesi fa travolse sua moglie Roberta a un incrocio.

A due giorni dal delitto, il fiume di odio che ha lentamente avvelenato la comunità di Vasto continua a scorrere sui social, dove i siti e i gruppi Facebook che rivendicano orrori come "Italo D'Elisa - la giusta fine" o "Italo D'Elisa uno di meno" raccolgono fiele e scavano nuove ferite. Ma anche qui la procura sta valutando se procedere, "anche se con Facebook le difficoltà sono enormi perché ha i server all'estero e le rogatorie sono complesse", spiega Di Florio.

Oggi, intanto, Fabio Di Lello non sarà interrogato. È stato accompagnato nel carcere di Vasto, dove è detenuto in attesa dell'interrogatorio che "verosimilmente potrebbe essere effettuato domani", spiega il procuratore: "Per il momento non ci sono stati atti formali", e prosegue l'attività di indagine affidata ai carabinieri. Nel momento in cui è stato ucciso, Italo stava parlando con qualcuno al cellulare: le parole che ha scambiato con il suo assassino prima che questi facesse fuoco, forse sono state ascoltate da qualcuno in un altro telefono cellulare che ora verrà identificato, attraverso l'acquisizione dei tabulati.

Nella cella in cui si trova, oggi Di Lello riceverà solo la visita dei suoi avvocati, per definire la linea. Se sceglieranno il rito abbreviato, con il terzo di pena scontato potrebbe evitare l'ergastolo previsto per un "omicidio volontario premeditato con eventuali aggravanti che dovremo valutare", dice il procuratore.

Quel che è certo, invece, è che al momento la procura non ha rilevato attenuanti: il "comportamento sfrontato" con cui Italo, secondo gli amici e gli avvocati dell'uomo che lo ha ucciso, sarebbe "passato davanti al panificio della famiglia con il dito medio alzato" o avrebbe "impennato sgasando in motorino davanti a Fabio" sono elementi che non solo non risultano alla procura, ma che sicuramente non hanno mai convinto Fabio - o i familiari suoi o di sua moglie - a presentare una querela formale (VIDEO Legale Di Lello: "D'Elisa non ha mai chiesto scusa").

Il resto è battaglia legale ancora in bocciolo. Era lucido? Era prostrato da comportamenti oggettivi? Pianificava quel delitto da mesi per puro odio? Sarà un processo lungo e difficile, con tre famiglie ormai distrutte e una comunità da ricostruire. "Siamo sconvolti", ha detto al Tg1 la madre di Fabio Di Lello. Al cronista che le chiedeva se si aspettasse un gesto del genere da parte del figlio, ha risposto: "Credevo che si ammazzasse lui". "Una tragedia nella tragedia - ha detto invece il fratello di Di Lello - tre famiglie perbene rovinate. Ai genitori di Italia D'Elisa dico: noi ci siamo passati prima, ora ci uniamo al loro dolore".