Culture

L’artista Dicò dedicherà una pitto-scultura all'allenatore Sinisa Mihajlovic

Di Monica Camozzi

Enrico detto Dicò, The Fire Artist, capace di commistioni fra Pop Art, plastica combusta, materiali di recupero e luce che hanno entusiasmato le celebrità

“Anche io diedi i miei ultimi 5 euro al taxista, pregandolo di portarmi il più vicino possibile alla galleria di Tony Porcella, amico di De Chirico, a cui volevo sottoporre la mia Marylin, quadro da cui tutto è partito: si chiusero in camera caritatis e ne uscirono dopo poco, dicendo  che l’avrebbero portata a Miami, a una mostra importante. I miei amici mi prestarono i soldi per spedirla e qualche giorno prima dell’esordio venni informato  che era stata persa e che avevo l’1% di probabilità di ritrovarla”.

Per intercessione divina – non a caso Enrico ha Gesù Cristo tatuato sul braccio- l’opera fu ritrovata tre giorni prima dell’esordio. “Quando arrivai alla mattina dell’inaugurazione ero incredulo: nonostante fossero esposte opere di Andy Warhol, di Mimmo Rotella, c’era un serpentone di gente  lì per me, in coda. C’erano le televisioni che volevano intervistarmi. Da quel momento tutto è cambiato nella mia vita”.

Sylvester Stallone, Arnold Schwarzenegger, Keanu Reeves, Dustin Hoffmann, innumerevoli personaggi si sono innamorati della tecnica e dell’espressività di Dicò. Anche questa scoperta per uno strano gioco del destino!

“Dopo il liceo, dove avevo vinto un concorso, ero andato all’atelier di Mimmo Rotella a bottega ma poi avevo abbandonato. Mi misi a fare il grafico pubblicitario ma non ne nero felice. Un giorno, giocherellando con un accendino mentre avvolgevo un’insegna con plastica ignifuga, avvenne quello che chiamo il miracolo della combusione: prese fuoco!”. Da lì , l’intuizione della fiamma ossidrica e la creazione della famosa pitto scultura di Marylin, di un metro e 20 per un metro, la mostra di Miami e la successiva escalation.