Culture

Silvia Avallone racconta "Marina Bellezza". "Lo scrittore deve restare in disparte". "Le poesie? Le leggo, ma non ne scrivo più". E su Renzi...

La scrittrice, che nel frattempo si è sposata e si è laureata (con una tesi su La Storia di Elsa Morante), passa dal racconto della fabbrica e degli adolescenti di Piombino che dominava  “Acciaio”, al biellese, dov’è ambientato il nuovo libro, che ha per protagonisti due ragazzi di provincia: la caparbia 22enne Marina Bellezza (l'autrice ha amato i versi di Dario Bellezza, che viene dunque omaggiato), aspirante cantante, ribelle, cresciuta senza il padre, che fa di tutto per imporsi nel mondo dello spettacolo e che già si immagina sul palco di Sanremo, e il 27enne Andrea Caucino, figlio dell'ex sindaco di Biella, bibliotecario part time che, a differenza di Marina, ama la Valle Cervo e che, con una scelta controcorrente, torna sui monti del nonno dove prova a mettere in piedi una piccola azienda casearia. Inevitabile che la loro storia d'amore d'altri tempi (non a caso l'autrice si è ispirata all'amore trai suoi nonni, durato tutta la vita) - nata durante l'adolescenza - non possa che essere tormentata.Dall’uscita di “Acciaio”, l’esordio-bestseller del 2010 (tradotto in 22 lingue, secondo allo Strega e premiato con il Campiello Opera Prima, e da cui è stato tratto anche l’omonimo film), molte cose sono cambiate nella vita della 29enne Silvia Avallone, che ora torna in libreria, sempre per Rizzoli, con “Marina Bellezza”, il suo atteso secondo romanzo.

Affaritaliani.it ha intervistato telefonicamente Silvia Avallone per parlare di un libro (che esce con una tiratura molto importante) che si confronta con sincerità con temi come la vita in provincia (ambientazione che nel libro ricorda il Far West), la forza dei sentimenti, le aspirazioni, il bisogno di tornare e la voglia di fuggire, le difficoltà dei rapporti familiari, e che viene pubblicato in un momento davvero difficile per l'Italia, in cui sono proprio le nuove generazioni le più spaventate dal futuro.

"Marina Bellezza" è il romanzo delle nuove generazioni cresciute al tempo della crisi?
"Ho iniziato a scrivere senza un intento preciso. Non avevo in mente l'idea di lavorare a un romanzo generazionale. L'obiettivo era raccontare due persone a me vicine per età, immerse nella disillusione con cui tutti  facciamo i conti. Ma i miei protagonisti, a modo loro, dovevano anche dimostrare tenacia, andando avanti nonostante le difficoltà. Lo spirito del libro è di inizio, di fondazione, di conquista di qualcosa".

Marina e Andrea apparentemente hanno aspirazioni lontanissime. In fondo, però, cercano entrambi la libertà.  E lei oggi si sente libera?
"La parola libertà mi piace molto. Nel mio caso è la scrittura a regalarmi la possibilità di sentirmi libera. Del resto è proprio questo il bello dello scrivere romanzi... poter obbedire a leggi diverse da quelle della vita di tutti i giorni... e naturalmente poterle trasgredire".

Lei è nata a Biella, ha trascorso l'adolescenza a Piombino e ora vive a Bologna. Ha dichiarato di essere convinta che, nonostante le difficoltà che vive il nostro Paese, anzi proprio per questo, oggi sia necessario restare. Invece, in passato, ha mai pensato di trasferirsi all'estero, come tanti suoi coetanei stanno facendo?
"Non penso che sia necessario e giusto rimanere, e che invece sia sbagliato andarsene... anzi. In entrambi i casi, se si fa una scelta consapevole, si sfida con coraggio il proprio tempo. Allo stesso tempo, oggi a volte sembra quasi scontato dire che si va via. Ed è per questo che nel romanzo mi piace ricordare che ci sono anche altre strade. Quanto alla mia esperienza personale, non ho mai pensato di andar via dall'Italia, e non ho fatto neppure l'Erasmus. Mi sento molto radicata in questi luoghi. Ed è per questo che quando scrivo parto sempre dai luoghi".


In cosa le somiglia Marina? E cosa, invece, vi separa totalmente?Ha raccontato di aver riscritto tante volte l'incipit del suo secondo romanzo. Ma quando ha capito che Marina e Andrea erano i protagonisti giusti? Al di là delle prime pagine, quanti abbozzi di trama ha cestinato prima di trovare quella che la convinceva?
"Il mio metodo non prevede di avere già la trama prima di cominciare a scrivere. Mi affido completamente ai luoghi e poi parto alla ricerca dei personaggi. Nel caso di 'Marina Bellezza', quando finalmente ho capito che età dovevano avere i due ragazzi, e quando si dovevano incontrare, è stato allora che si è avviato il romanzo. Sapevo di volere un personaggio femminile affamato e contraddittorio, e un personaggio maschile che somigliasse a certe figure mitiche della mia infanzia".

"Tendo a non identificarmi nei personaggi che creo. Piuttosto, mi sento la loro madre. Quanto a Marina, mi sono ispirato alle dive americane del nostro tempo, che sono delle icone. Niente di più lontano dalla mia esistenza, dunque... Forse, l'unica cosa che ci lega è la determinazione, che cerco di perseguire anch'io".

E' inevitabile che dopo un debutto come "Acciaio" ora sia attesa al varco: teme di più il giudizio dei lettori (e i dati di vendita) o quello dei critici?
"A me piace molto fare questo mestire. E' quello che voglio fare nella vita. Ed è per questo che, mi creda, le ansie da prestazione non mi toccano. La vera sfida è quella con me stessa. Nel caso di 'Marina Bellezza', oggi mi sento come quando si arriva preparati a un esame. Sei consapevole di aver studiato, e quindi in fondo sei tranquilla. Certo, sono curiosa di vedere come verrà accolto il romanzo dalla critica e dai lettori, ma l'attesa dei giudizi non mi spaventa". 

A livello stilistico cos'ha cambiato? 
"Nella lingua volevo essere più precisa e non volevo più fidarmi dell'istinto. Ho anche cercato di allargare il vocabolario".

Quali letture l'hanno colpita nei tre anni trascorsi da "Acciaio" a "Marina Bellezza"?
"Ho letto tanti americani, e sono rimasta colpita dalla loro capacità di raccontare la vastità della provincia americana. Io non amo il minimalismo, e in 'Marina Bellezza' ho cercato di dare vastità alla mia narrazione. Amo addentrarmi nelle descrizioni".

Come intende il ruolo di scrittrice? Si sente più Marina, che cerca l'abbraccio della folla, o più Andrea, che sceglie di ritirarsi, di fare il suo lavoro lontano da tutto e da tutti?
"Credo che lo scrittore debba restare nelle retrovie. Marina e Andrea sono due protagonisti della vita, mentre l'autore non lo è. L'unico compito dello scrittore è restare in disparte e provare a raccontare i suoi personaggi".

In questi anni ha viaggiato molto per "Acciaio", ma si è tenuta lontana dalla luce dei riflettori e dalla tv. Perché ha scelto di isolarsi in modo così netto?
"E' stata una scelta molto naturale. Io voglio scrivere romanzi, e farlo mi coinvolge particolarmente. Ma una volta terminato il lavoro, è giusto prendersi il tempo per condividere le emozioni del libro con i lettori. Non a caso, le presentazioni in librerie sono quelle che mi danno più gioia. Ti danno la possibilità di staccarti dalla storia".

Lei in passato ha pubblicato anche poesie. Ne scrive ancora?
"Le leggo, ma non ne scrivo più da tempo".

Ha già in mente la trama del suo prossimo romanzo?
"E' normale avere delle idee in testa, ma prima voglio capire come cambieranno le cose in Italia. Mi auguro che la situazione migliori".

Veniamo a due novità del mondo editoriale. La prima è "Masterpiece". Che idea si è fatta del primo talent show per aspiranti scrittori, in onda su Rai3 da novembre? 
"Sono molto curiosa di capire come si svolgerà il programma. Non ho pregiudizi".

Ma lei avrebbe provato a partecipare?
"Non credo. Quando scrivo ho bisogno di solitudine. Mi serve solo tempo e totale concentrazione, tutto il resto è secondario. La presenza di una telecamera mentre lavoro a un testo per me rappresenterebbe un problema... ".

E cosa pensa della diffusione del self-publishing?
"Se guardo alla mia esperienza, sento il bisogno di confrontarsi con delle figure - gli editor - che mi consiglino sulle strade che sta prendendo il mio lavoro. E, in generale, ritengo fondamentale il ruolo dell'editore tradizionale. Allo stesso tempo non vedo nulla di male nel self-publishing. Ognuno deve essere libero di scegliere come arrivare alla pubblicazione".

Chiudiamo parlando di politica. Non le chiedo per chi ha votato, ma se ha votato alle ultime elezioni, e se lo ha fatto con convinzione.
"Tengo molto al voto. E' un momento di democrazia che considero importante anche in questi tempi difficili".

Che idea si è fatta di Matteo Renzi?
"Sicuramente mi incuriosisce. Credo abbia intercettato la radicale volontà di cambiamento che c'è in Italia, un Paese che si porta dietro problemi di antichissima memoria. Certo, le sue parole oggi hanno molta risonanza, ma poi bisogna passare dalle parole ai fatti".

Rcs Libri lancia il nuovo canale YouTube