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Culture
Vecchioni: "La velocità ha reso l'esistenza piatta. Non c'è più fame di senso"

Che ce ne fosse un’altra, molto più comoda e luminosa. E proprio ragionando sull’umiltà degli umani, sulle sconfitte e le sofferenze, sulle ingiustizie subite, sul male che c’è nel mondo e che spesso ci domina, mi sono detto che non può non esserci una contropartita. Deve esserci qualcosa, perché non può finire così». Zima in russo significa “inverno”. È una città che si trova in Siberia ed è dove nacque il poeta e scrittore Evtuscenko che le dedicò una famosa poesia, appunto “La stazione di Zima” che Vecchioni mise in musica nel 1997.

Il dialogo tra l’uomo e Dio sul treno che porta a Zima è la celebrazione stessa dell’esistenza e della sua straordinaria grandezza e bellezza. Forse Dio è solo un simbolo di un linguaggio molto elevato, quello dell’anima, forse esiste forse non esiste, come canta Vecchioni, ma comunque apre le porte dell’emozione come lo fa questa bella intervista di Veltroni.

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roberto vecchioni





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