Economia

Alitalia, easyjet si ritira. Rumors: a Delta il 10%. Spunta Fincantieri

La compagnia low cost britannica non avanza nessuna offerta per il capitale di Alitalia. Delta: "Le discussioni con Fs continuano, partner di lungo corso"

I britannici di easyjet si ritirano dalla partita Alitalia. "A seguito delle conversazioni con Ferrovie dello Stato Italiane e Delta Air Lines per la creazione di un consorzio che valutasse le opzioni per le future operazioni di Alitalia, easyjet ha deciso di ritirarsi dal processo", fa sapere infatti la compagnia low cost che conferma però il suo impegno per il nostro Paese quale mercato chiave della compagnia. Un comunicato a seguito del quale gli americani di Delta, uno dei primi tre grandi gruppi a stelle e strisce, hanno ribadito il loro interesse a lavorare con Alitalia per la creazione di un consorzio, di cui farebbero parte la stessa Delta e Ferrovie dello Stato Italiane.

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"Le discussioni continuano dal momento che Alitalia è un partner di lungo corso di Delta", ha fatto sapere la nota della compagni americana. Il gruppo Usa ha aggiunto che "continua a esplorare i modi con cui lavorare con Ferrovie dello Stato e mantenere la nostra partnership con Alitalia in futuro". 

Secondo le indiscrezioni circolate nei mesi scorsi, i britannici avrebbero dovuto essere uno dei due partner industriali chiesto dalle Ferrovie per lo sviluppo delle strategie di rilancio all'interno del Progetto Az, in particolare sul medio e corto raggio, focalizzato sull'Europa. Un partner pronto a rilevare circa il 10-15% e che avrebbe dovuto lavorare con Delta per lo sviluppo invece del profittevole lungo raggio (gli americani vogliono sottrarla a Lufhtansa) in particolare verso gli Stati Uniti e che fa già parte dell’alleanza Sky Team, insieme ad Air France e Klm (che si sono sfilati dalla partita dopo l'escalation delle tensioni diplomatiche fra Roma e Parigi).

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Le Fs agiscono come "polo aggregante", in una newco tricolore di soci italiani disposti ad avere almeno il 51% della nuova Alitalia, vettore da rilanciare con almeno un miliardo circa di capitale fresco

L’uscita di scena di easyJet rimette ora in discussione l’intero piano di salvataggio su le Fs guidate da Gianfranco Battisti dovrebbero alzare il velo il 31 marzo con la presentazione del piano industriale congiunto per il salvataggio dell'ex compagnia di bandiera.

Secondo le ultime indiscrezioni, Delta Airlines salirà a bordo della Nuova Alitalia con una quota iniziale minima (10%), pari a quella detenuta in Air France Klm, destinata a raddoppiare prima del termine del piano di quattro anni. Una decisione che, dopo che easyjet si è sfilata, costringerà Ferrovie a dover alzare l'apporto di partenza al 40% rispetto all'originario 30%. Nella newco poi, dopo il 50% sottoscritto da Fs e Delta, dovrebbe esserci un 15% del Mef mediante la conversione del prestito ponte. Poi, sempre secondo i rumors, Battisti avrebbe ottenuto dal Tesoro la disponibilità di Fincantieri a coprire un 10-15%. Resta ancora inevaso un 20% circa che sempre il governo dovrà ripartire presso alcune partecipate dirette o indirette come Quattro R, il fondo che ha come sponsor Cdp ma anche Poste vita per conto della quale potrebbe intervenire, Fintecna, Leonardo.

di maio6 ape

 

Dopo l'accordo con Delta, la compagnia dovrebbe avere in tutto 110 aerei (adesso sono 118, per 25 aeromobili sul lungo raggio e il resto copre il medio e corto raggio), ci sarebbe una riduzione di uno-due jet di lungo raggio (da 26) e dei regional jet più piccoli.

Verrebbero impiegati tra i 9 mila e i 10 mila lavoratori. Ci sarebbero quindi dai 2mila ai 3mila esuberi rispetto all’organico al 30 settembre di 11.917 dipendenti, dei quali 1.360 sono in Cig. Ad Alitalia serve soprattutto il network intercontinentale perché traina di più la crescita, come dimostra l'incremento del 2,7% dei passeggeri sulle rotte intercontinentali con un aumento dei ricavi dell'1,2%.