Economia
Assegno unico, i possibili aumenti e il nuovo calcolo dell'Isee: cosa cambia con la Manovra
Promuovere la natalità e invertire il trend demografico del Paese. Ecco come sarà rimodulato l'Assegno unico cambiando il calcolo dell'Isee: la misura oggi in cdm
Assegno unico, come funziona e come cambia con la manovra
Un misura volta a favorire la natalità e invertire la negativa tendenza demografica che mette in ginocchio il Paese. Un sostegno alla famiglia e ai ceti medi. Sono queste le due priorità dell'assegno unico, uno dei nodi cruciali della Manovra che sarà discussa oggi in Consiglio dei Ministri.
Oltre sei milioni le famiglie italiane a ricevere l'assegno, e circa 9,6 milioni di figli. Introdotto a marzo 2022, è stato concepito come una misura unica per riunire in un solo strumento i vari interventi a favore delle famiglie con figli. Si applica a ogni figlio a carico fino ai 21 anni, senza limiti di età per i figli disabili. Nel 2023 sono stati erogati circa 18,2 miliardi di euro, con un incremento previsto per il 2024. Tuttavia, con l’approvazione della nuova manovra finanziaria, attualmente in discussione, potrebbero emergere delle modifiche alquanto significative.
A oggi, l'importo dell'Assegno Unico viene determinato sulla base dell’Isee presentato dal nucleo familiare, tenendo conto dell’età dei figli e di altri fattori rilevanti, come il numero dei componenti del nucleo e la presenza di disabilità. L’importo massimo dell'assegno è pari a 199,4 euro per ciascun figlio minorenne in nuclei familiari con Isee fino a 17.090,61 euro, mentre l’importo minimo, previsto per chi ha un Isee pari o superiore a 45.574,96 euro o per chi non presenta l'Isee, è di 57 euro per ciascun figlio minore.
Ma cosa cambia con la prossima legge di bilancio? Attualmente ci sono due principali ipotesi in discussione. La prima riguarda la possibilità di escludere l'assegno dal calcolo dell'Isee per le famiglie numerose, una misura che avrebbe un impatto diretto sulle agevolazioni a cui ogni famiglia può accedere. Questo perché attualmente l’Assegno Unico, pur essendo un beneficio per le famiglie, fa comunque lievitare l'Isee. Infatti se l'assegno fosse escluso dal calcolo le famiglie numerose vedrebbero ridotto il loro Isee, e potrebbero accedere a una gamma più ampia di agevolazioni sociali.
La seconda ipotesi, più ampia, prevede che l'esclusione dell'Assegno Unico dal calcolo dell'Isee venga estesa a tutte le famiglie, seppur in misura diversa a seconda del reddito. Con quest'opzione si propone di modulare l’esenzione in modo progressivo: le famiglie con redditi più bassi beneficerebbero di un’esenzione più consistente, mentre quelle con redditi più alti ne riceverebbero una proporzionalmente inferiore. Tale misura rifletterebbe il funzionamento attuale dell’assegno stesso, il cui importo diminuisce all’aumentare del reddito familiare.
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Ovviamente tutte queste modifiche proposte per l'assegno unico dipenderanno fortemente dalle risorse che il governo riuscirà a mettere a disposizione nella legge di bilancio. Sebbene la rimodulazione dell’assegno e l’esclusione dal calcolo dell’Isee siano al momento ritenute priorità per sostenere la natalità e incentivare le famiglie a crescere figli, l’esecutivo dovrà comunque confrontarsi con i limiti di bilancio e con l’obbligo di mantenere sotto controllo la spesa pubblica.
Nel migliore dei casi, l'esenzione dal calcolo dell'Isee potrebbe essere applicata a tutte le famiglie, ma in mancanza di risorse sufficienti, la misura potrebbe essere limitata esclusivamente alle famiglie più numerose. Questo scenario prevede una gradualità nella sua applicazione, il che significa che famiglie con redditi più bassi potrebbero ottenere una maggiore esenzione rispetto a quelle con redditi più alti.