Economia

Confindustria, al via l'era delle nozze della riforma Pesenti. Assolombarda e Monza finalmente spose

di Andrea Deugeni
twitter11@andreadeugeni

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Confindustria apre ufficialmente l'era delle nozze ispirate dalla riforma Pesenti improntata al risparmio dei costi di struttura (circa 500 milioni complessivi), sforbiciate che serviranno a mettere fieno in cascina per ampliare i servizi offerti alle proprie imprese associate e a dare anche "il buon esempio" nei confronti della politica sprecona. Dopo una serie di intoppi dovuti a personalismi e a protagonismi soprattutto all'interno degli organi associativi di Monza, Assolombarda e Confindustria Monza e Brianza convoleranno infatti finalmente a nozze la prossima settimana. Un matrimonio che darà il via alla prima vera e significativa fusione fra le associazioni territoriali caldeggiate dalla riforma dello statuto di Confindustria voluta da Giorgio Squinzi e preparata nel dettaglio da Carlo Pesenti. Già, perché gli altri casi di unione fra territoriali che si sono registrati nel sistema di Viale dell'Astronomia sono stati solo atti federativi che non hanno dato vita a una fusione completa delle strutture territoriali che ha coinvolto gli organi associativi e i vari uffici e sportelli.

Lunedì 6 e 15 giugno, i giorni delle assemblee rispettivamente di Confindustria Monza e Brianza e di Assolombarda, Andrea Dell’Orto (presidente di Monza) e Gianfelice Rocca (numero uno degli industriali milanesi) presiederanno le assise che voteranno il matrimonio fra la più grande delle territoriali e la più antica delle associazioni industriali (Monza) della confederazione guidata da Squinzi. Una fusione che, per il blasonato stand dei soggetti coinvolti, riferiscono alcune fonti ad Affaritaliani.it, servirà d'esempio per le altre associazioni territoriali del sistema Confindustria a procedere con le fusioni, superando in maniera definitiva gli ostacoli al consolidamento che per il momento sono stati soprattutto di natura autoreferenziale.

Alcuni esempi? Numerose lotte campanilistiche per le poltrone rimanenti post-aggregazione o, come nel caso specifico di Confindustria Monza e Brianza, scontri interni tra "Guelfi e Ghibellini", in cui i pochi contrari alle nozze (come gli esponenti della Piccola Industria monzese) temevano di perdere i propri punti di riferimento locali e di non trovare più ascolto in futuro nei confronti dei vertici della nascitura associazione.

In questi giorni, degli prima dell'appuntamento decisivo del 6, sono previsti secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it  incontri fra Dell'Orto e la residua parte dissidente nel corso dei quali le resistenze alla nobile fusione Assolombarda-Monza e Brianza dovrebbero sciogliersi come neve al sole.