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Economia

di Andrea Deugeni
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Voto dello scrutinio segreto alla cena dei presidenti di Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta e delle rispettive territoriali dopo il confronto di ieri a Torino all'associazione degli industriali: Vincenzo Boccia 11, Alberto Vacchi 2, Marco Bonometti 2 e Aurelio Regina 1. E' il primo responso, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, del match all'americana dei quattro aspiranti alla presidenza di Confindustria che consegna dunque il Nordovest al candidato della Piccola Industria e che ha aperto ieri ufficialmente la corsa al vertice. Le cui sintesi verranno tirate dai saggi a metà marzo prima di sottoporle alla designazione del Consiglio generale di fine mese. Una corsa su cui oggi con molta probabilità calerà il secondo altolà di Adolfo Guzzini, Giorgio Marsiaj e di Luca Moschini (i saggi) per le intemperanze comunicative di alcuni dei candidati che  non stanno rispettando assolutamente le nuove regole che il sistema dell'Aquilotto si è dato con la riforma Pesenti. 

La goccia che ha fatto traboccare il vaso e che spingerà la Commissione di designazione a richiamare  i comportamenti nuovamente da Viale dell'Astronomia è stata la diffusione alla stampa nazionale (per un confronto che doveva svolgersi, come da tradizionale galateo confindustriale, rigorosamente a porte blindate) delle posizioni dal bresciano Marco Bonometti, con alcuni candidati che a Torino hanno addirittura fotocopiato il discorso dandolo all'esterno delle quattro mura della territoriale sabauda (quello di Vacchi è stato ripreso oggi dall'AdnKronos). 

E dire che a pagina 147 del Documento di attuazione contenente le linee guida della riforma di Confindustria si dice che "solo dopo la conferma di conformità da parte dei saggi i candidati possono dare comunicazioni pubbliche... in merito alle proprie intenzioni, attenendosi a precisi principi etici definiti nell’interesse dell’immagine del sistema associativo". Insomma, una babele comunicativa che, dopo l'annuncio urbi et orbi della propria autocandidatura da parte dell'emiliano Alberto Vacchi e dell'ex UniLazio Aurelio Regina con tanto di intervista sul Foglio che hanno infranto pubblicamente il regolamento, pare che indurrà nel pomeriggio i notai di Viale dell'Astronomia (dopo un richiamo verbale già agli atti) ad estrarre l'ultimo cartellino giallo prima dell'invalidazione delle candidature se non verrà mantenuto il tradizionale riserbo. Anche perché sono in gioco la stessa delegittimazione dei saggi e la "giurisprudenza" per le future elezioni nel battesimo della Pesenti alla prova delle elezioni presidenziali. 

Se i voti del Nordovest sono già agli atti, lunedì inizieranno le riunioni di altre territoriali per sondare le preferenze dei propri iscritti, associazioni che poi incontreranno i saggi, incaricati di misurare il consenso per verificare il possesso del necessario requisito del 20% dei voti assembleari da parte dei quattro autocandidati. Fra le big, sono in agenda quella di Assolombarda e di Confindustria Emilia Romagna.

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