Economia

Covid-19, Mr Yamamay "occupa" l'azienda. Protesta contro i ritardi del Governo

di Andrea Deugeni

Nel mirino le lungaggini della Cig e degli aiuti a fondo perduto promessi dall'esecutivo. Lancia l'hastag #Iorestoinazienda

Dopo Renzo Rosso, il patron di Diesel, un altro imprenditore della moda tuona contro il Governo Conte. Il suo gruppo detiene marchi leader nel settore dell'abbigliamento intimo, dei costumi tecnici e delle borse. E' Gianluigi Cimmino, Ceo di Pianoforte, holding che comprende Yamamay, Jaked e Carpisa, le che lancia l'hastag #iorestoinazienda e da questa notte, insieme ad altri imprenditori, "occupa" la sua impresa per protestare contro i ritardi e le misure dell'esecutivo per favorire la ripartenza delel attività economiche.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso e generato la protesta di Cimmino è stato il suicidio del piccolo imprenditore napoletano Antonio Nagaro, oppresso dalle conseguenze della crisi economica legata al coronavirus e alcuni dettagli del nuovo decreto (Maggio) del governo in rampa di lancio. Dettagli come l’ipotesi di riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario proposto dalla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo.

"Io resto a casa? Macchè: io resto in azienda - spiega Cimmino, parafrasando lo slogan della fase 1 di contenimento del contagio - perchè se il Governo non metterà in campo misure di sostegno alle imprese, se non arriveranno finalmente i soldi promessi, e cioè la cassa integrazione per i dipendenti e il sostegno a fondo perduto per le aziende, saranno i nostri dipendenti a dover restare a casa per sempre, a non avere più un posto di lavoro". 

"Da settimane noi imprenditori chiediamo all'esecutivo di mantenere gli impegni e denunciamo i gravissimi ritardi che compromettono gli equilibri finanziari e che hanno costretto migliaia di imprenditori a prendere la difficile decisione di non rialzare nemmeno le serrande, ma di arrendersi - insiste Cimmino - noi non vogliamo farlo, ma vogliamo difendere i nostri dipendenti dalla trascuratezza dello Stato italiano e dalla concorrenza sleale delle aziende degli altri Paesi, che hanno giustamente aiutato le aziende già due mesi fa rimettendole in moto per tempo. Il Governo non solo non ha ascoltato il nostro grido di allarme, ma sembra intenzionato a spendere tutto in assistenzialismo".

"L'ultima idea geniale è quella della ministra Nunzia Catalfo - sottolinea - di pagare gli stessi stipendi lavorando meno ore. Cioè il contrario rispetto a quello che servirebbe: detassare gli straordinari e abbassare il costo del lavoro per renderci competitivi. Invece no, vogliono un esercito di stipendiati senza fare nulla, che, ovviamente dovrebbero poi votare per i partiti di Governo".

"Allora voglio lanciare - conclude - l'hastag #iorestoinazienda. Insieme ai miei amici imprenditori che hanno a cuore le loro aziende e il futuro dei loro dipendenti, resteremo nelle nostre aziende stanotte e poi ancora fino a quando non vedremo i fatti seguire alle parole, fintanto che non arriveranno le risorse per la cassa integrazione e i contributi per sostenere le spese di questi mesi di chiusure forzate. Non vogliamo essere costretti a chiudere da un Governo. Voi state pure a casa, #iorestoinazienda".

@andreadeugeni