Economia
Didi paga cara la stretta di Pechino: via da WS, quotazione a Hong Kong
A nemmeno sei mesi dallo sbarco, l'Uber cinese annuncia il delisting dalla Borsa di New York e prepara la prossima quotazione sul listino di Hong Kong
Didi, il colosso cinese dei trasporti privati annuncia la quotazione pubblica all’Hang Seng Tech di Hong Kong
Wall Street addio. Il colosso dei trasporti privati cinesi, Didi, a nemmeno sei mesi dall'ufficiale sbarco, ha annunciato la ritirata dal Nasdaq negli Stati Uniti, preparandosi verso la quotazione a Hong Kong. "Dopo un'attenta valutazione, la società ha avviato il processo di delisting dal Nasdaq con effetto immediato e ha avviato i lavori preparatori per una quotazione a Hong Kong", ha scritto l'Uber cinese in una breve dichiarazione postata sul proprio account Weibo. Un punto per Pechino, un duro colpo per gli azionisti: in cinque mesi sul mercato newyorkese, il titolo Didi ha perso circa il 45% del suo valore.
L'annuncio si inserisce nel grande capitolo della stretta di Pechino sul settore tecnologico, costata all'intero comparto più di 1.000 miliardi di dollari di capitalizzazione di Borsa andata in fumo.
Soltanto Didi ha visto le sue azioni crollare al valore unitario di 7,8 dollari, dopo un autentico tracollo vissuto la scorsa settimana sulle indicrezioni secondo cui i regolatori cinesi avevano esplicitamente chiesto alla compagnia di formulare un piano per il delisting dagli Stati Uniti, in base ai timori sulla sicurezza e sulla perdita di dati sensibili.