L'attivismo di Maria Elena Boschi su Banca Etruria? Ci fu, eccome. L'audizione del presidente della Consob Giuseppe Vegas alla Commissione bicamerale d'inchiesta sulle banche alza il velo sui movimenti dell'allora ministro delle Riforme sulla banca nel cui Cda sedeva il padre.
"Mi venne prospettato un quadro di preoccupazione per il rischio che Banca Etruria fosse incorporata nella Banca Popolare di Vicenza", ha spiegato il presidente uscente della Consob a proposito della richiesta della Boschi di un incontro per discutere della situazione di Banca Etruria all'epoca della possibile aggregazione con l'istituto presieduto da Gianni Zonin, incontro che, ha rivelato Vegas, avvenne a Milano nell'aprile del 2014 proprio su richiesta dell'attuale sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
La preoccupazione di Boschi rispetto al possibile matrimonio con Vicenza, ha riferito ancora Vegas, riguardava l'industria dell'oro che era la principale attività per la città di Arezzo. "Io le risposi che la Consob non era competente", ha aggiunto il presidente uscente che riferisce anche di un altro breve colloquio nel quale la ministra gli prospettò che il padre sarebbe diventato vice presidente della banca.
A questo punto, in attesa che l'ex amministratore delegato di UniCredit Federico Ghizzoni dica la sua in Commissione sulle ricostruzioni dell'ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli, si rafforza la convizione di quanti ritengono che la sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio si sia mossa anche con il gruppo di Piazza Gae Aulenti ora guidato da Jean Pierre Mustier.
"Maria Elena Boschi nel 2015, non ebbe problemi a rivolgersi direttamente all’amministratore delegato di Unicredit… chiese a Federico Ghizzoni di valutare una possibile acquisizione di Banca Etruria. Ghizzoni incaricò un suo collaboratore di fare le opportune valutazioni patrimoniali, poi decise di lasciar perdere", ha scritto de Bortoli nel suo libro uscito quest'anno "Poteri forti".
ETRURIA, BOSCHI: BASTA, NON HO MENTITO E MAI E POI MAI HO FATTO PRESSIONI
"Anche oggi ricevo attacchi dalle opposizioni sulla vicenda Banca Etruria. Confermo per filo e per segno tutto ciò che ho detto in Parlamento due anni fa. Tutto. Chi mi chiede le dimissioni perché avrei mentito in Parlamento deve dirmi in quale punto del resoconto stenografico avrei mentito. E i giornalisti hanno il dovere di indicare il passaggio in cui avrei mentito al Parlamento". Lo scrive su Facebook Maria Elena Boschi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ex ministro. "Ho incontrato più volte il presidente della Consob" Vegas "in varie sedi - spiega Boschi - come ho incontrato altri rappresentanti istituzionali: mai e poi mai ho fatto pressioni. Mai. Non è giusto subire aggressioni sul nulla, ma non mi fanno certo paura. E voglio che tutti sappiano la verità. Dopo due anni di strumentalizzazione adesso basta. Ho chiesto a Lilli Gruber di ospitarmi stasera a Otto e Mezzo insieme a Marco Travaglio".
Immediate le reazioni politiche dei partiti dell'opposizione che ne chiedono le immediate dimissioni dal governo.
TUTTE LE REAZIONI
Lega, M5s ed Mdp, chiedono in coro le dimissioni di Boschi. "Noi chiediamo due cose subito: anche se e' finita la legislatura, la sottosegretaria Maria Elena Boschi se ne deve andare a casa subito, anche perche' questo governo restera' in carica fino alle prossime elezioni per l'ordinaria amministrazione. E secondo: chiediamo che il Pd non ricandidi Boschi perche' in questo caso ci confermera' che tutto il partito e' coinvolto nello scandalo banche, come probabilmente e'", dice il candidato premier del M5s Luigi Di Maio. I Cinque stelle chiedono anche che la Boschi non partecipi al Consiglio dei ministri che si dovra' esprimere sul rinnovo dei vertici della Consob. La riunione potrebbe tenersi il 23 dicembre.
"L'audizione del presidente della Consob, Giuseppe Vegas, non lascia dubbi: l'allora ministro Boschi ha mentito al Parlamento, perche' si e' occupata attivamente della vicenda di Banca Etruria nella sua qualita' di membro del governo. Ora la Boschi abbia un briciolo di dignita' e si dimetta da ogni incarico e non si ricandidi alle prossime elezioni", rimarca il senatore e coordinatore delle segreterie della Lega Roberto Calderoli. E anche Roberto Speranza di Mdp si unisce al coro. la risposta di Boschi e quella dello stato maggiore del Partito Democratico non si fa attendere e, mentre l'audizione e' ancora in corso, scrive sui social network: "Chi mi chiede le dimissioni perche' avrei mentito in Parlamento deve dirmi in quale punto del resoconto stenografico avrei mentito. E i giornalisti hanno il dovere di indicare il passaggio in cui avrei mentito al Parlamento". E per facilitare il lavoro di ricerca, l'esponente del governo allega lo stenografico dell'Aula del 18 dicembre 2015. "Ho incontrato piu' volte il presidente della Consob. Mai e poi mai ho fatto pressioni. Mai".
Le opposizioni, con il Movimento 5 Stelle in testa, la prendono ala lettera e Alessandro Di Battista riporta sui social network le parole pronunciate da Boschi in Aula, "non c'e' alcun favoritismo, non c'e' alcuna corsia preferenziale", e commenta rivolto alla sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio: "Sono parole tue. E invece chiami Vegas, ti fai ricevere a Milano e gli esprimi preoccupazione non per il sistema bancario (comunque eri Ministro per i Rapporti per il Parlamento) ma per la 'banchetta di famiglia'". Chi non parla di dimissioni e' Forza Italia che, tuttavia, con Renato Brunetta segnala una "grave mancanza di trasparenza" da parte dell'esponente del governo. Nel Partito Democratico si ragione, intanto, su quanto sta avvenendo. Il sospetto di alcuni parlamentari renziani e' che dietro la sortita di Vegas ci sia la volonta' di 'punire' il partito per la mozione contro Consob e Bankitalia. La linea, al momento, e' quella di fare quadrato attorno alla sottosegretaria. Il tesoriere Bonifazi 'inivta' Di Maio, Di Battista e il resto del 'partito delle dimissioni subito' a citare il passaggio in cui Boschi avrebbe mentito. Orfini posta su Twitter il video dell'intervento della sottosegretaria in Aula e chiosa, "vediamo se qualcuno ha voglia di fare il fact checking e scoprire se la bugia e' della Boschi o del terzetto", Calderoli, Speranza, Di Maio. E stasera, la stessa Boschi si presentera' nello studio di Otto e Mezzo, "perche' tutti sappiano la verita'". Poco dopo sara' il segretario del partito, Matteo Renzi, a comparire in tv per essere intervistato da Corrado Formigli.
Le parole di Vegas arrivano dopo che in mattinata il vice direttore generale della Consob Giuseppe D'Agostino ha scaricato le responsabilità del mancato stop alle obbligazioni subordinate di Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti su Bankitalia. Di fronte alla Commissione bicamerale d'inchiesta sulle banche D'Agostino ha spiegato che l'Authority di controllo sul funzionamento del mercato presieduta da Giuseppe Vegas ha conosciuto alcuni rilievi della Banca d'Italia nei confronti di Banca Etruria solo a distanza di quattro anni. Le carte, ha affermato D'Agostino, sono state trasmesse dalla Nuova Banca Etruria nel maggio del 2016 e, in un caso, un documento era un rilievo della Banca d'Italia inviato ad Arezzo nel luglio 2012. Sulla base delle carte sconosciute, ricevute l'anno scorso dagli organi della risoluzione, la Consob quest'anno ha irrogato sanzioni agli ex vertici dell'Etruria per 2,75 milioni.
La Consob, ha sintetizzato D'Agostino, solo nel maggio 2016 "è venuta a conoscenza del fatto che Banca Etruria già nel luglio 2012 aveva invece piena consapevolezza dei rilevanti e pervasivi profili di criticità evidenziati dalla Banca d'Italia, a seguito degli accertamenti ispettivi conclusi nel primo quadrimestre 2010. Profili mai portati a conoscenza della Consob, nè del mercato. La lettera del 24 luglio 2012, inviata a Etruria da Banca d'Italia, è stata, infatti, acquisita dalla Consob solo nel maggio 2016. In buona sostanza, Banca Etruria ha proceduto alla propria patrimonializzazione, senza mai dichiarare di essere in una situazione di grave criticità gestionale e patrimoniale, così come indicato dalla Vigilanza già nel luglio 2012. Veniva, cioè, omesso di indicare ai risparmiatori e alla Consob, che tutte le operazioni di patrimonializzazione erano necessarie per la sopravvivenza della banca, affermando unicamente che si trattava di allineamento ai nuovi standard patrimoniali".
Su Banca Etruria, D'Agostino ha aggiunto anche che le carte sono state trasmesse dalla Nuova Banca Etruria nel maggio del 2016. Sulla base delle carte sconosciute, ricevute l'anno scorso dagli organi della risoluzione, la Consob quest'anno ha irrogato sanzioni agli ex vertici dell'Etruria per 2,75 milioni. In generale, la Consob ha acceso i riflettori "con un'analisi puntuale" sui servizi di investimento delle quattro banche finite in risoluzione nel novembre del 2015 "solo dal 2016".
"La nostra è una vigilanza su basi statistiche" e negli anni precedenti non c'erano elementi per un'analisi approfondita sui servizi di investimento offerti dagli istituti finiti in risoluzione". Su CariFerrara, invece, spiega D'Agostino l'attività di vigilanza sui servizi di investimento è partita "solo dalla documentazione trasmessa dalla Procura di Ferrara nel maggio 2017". "Ma è emerso che, già a partire dal 2010, la banca aveva consapevolezza di rilevanti elementi critici che riguardavano la sua situazione patrimoniale e gestionale, nonchè il profilo di rischio delle proprie azioni". Gli elementi critici non erano quindi nel prospetto per i bond subordinati approvato da Consob nel 2013. I bond di Carife, emessi per un importo complessivo di 148 milioni, sono stati azzerati con la risoluzione nel 2015. Per il futuro, però, ci sarà maggiore coordinazione fra le due authority.
D'agostino ha spiegato infatti che Consob e Banca d'Italia hanno cambiato le procedure di collaborazione. "Il metodo sta funzionando" e permette di evitare "le ambiguità che hanno portato a dei disguidi tra gli obiettivi di sintesi della Banca d'Italia e quelli di concretezza della Consob". La nuova modalità è quella applicata dalla Consob anche nei rapporti con la Vigilanza Bce. In sostanza l'Autorità bancaria invia alla Consob l'elenco di tutte le note inviate alle banche, spetta poi alla Consob, sulla base dei suoi poteri, chiedere all'intermediario i contenuti del documento.