Economia
Generali, Delfin-Crt restano nel patto.Anche Calta svela le carte a metà marzo
Dopo il recesso di Caltagirone, Delfin e Crt decidono di mantenere in vita il patto di consultazione. Domani in Cda short list e cooptazione di tre consiglieri
I tre nuovi consiglieri, che secondo Repubblica saranno figure tecniche attive nel mercato assicurativo europeo, dovrebbero alla fine far parte anche della lista definitiva del consiglio uscente che il board della compagnia licenzierà a metà marzo (fra il 14 e il 18). Tempistica che permetterebbe alle Generali di rispettare la raccomandazione della Consob che invita le società che si avvalgono della procedura lista del consiglio a presentarla non nella scadenza immediata dei 30 giorni con cui bisogna depositarla prima dei lavori assembleari (del 29 aprile), ma un po’ prima.
Nella fattispecie, l’authority guidata da Paolo Savona prescrive infatti “una tempestiva pubblicazione della lista del consiglio contestualmente alla pubblicazione dell’avviso di convocazione dell’assemblea. Ovvero, qualora non fosse possibile, con un congruo anticipo rispetto al termine per il deposito delle liste dei soci”.
Infine, mentre in Senato il progetto di legge sulle liste del Cda è ancora al vaglio di approfondimenti tecnici in Commissione Finanze, con tempistiche di approvazione finali che non consentiranno alla misura possa di influire sul processo di rinnovo delle cariche in Generali, fonti vicine a Caltagirone riferiscono che per fine mese si capirà se si procederà con una lista lunga o corta (di maggioranza o minoranza) e con quale piano industriale alternativo muovere. Soluzione su cui confluiranno i voti di Delfin e della Fondazione Crt e su cui l’imprenditore capitolino, che ha in portafoglio una quota delle Generali oltre all’8%, alzerà il velo a metà marzo, contestualmente alla presentazione da parte del board delle Generali della lista del consiglio uscente e quando anche Assogestioni avrà deciso il da farsi. In modo da avere, eventualmente, un mese e mezzo per “la campagna elettorale” con gli investitori istituzionali, azionisti che con quasi il 35% del capitale delle Generali costituiscono l’ago della bilancia nel voto sulla governance della compagnia a fine aprile.
@andreadeugeni
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