Economia
Guerra Ucraina, senza petrolio russo l'Italia rischia il 2% di Pil all'anno
Confindustria stima una perdita di valore aggiunto nell'industria pari a 9 miliardi di euro. Mosca invece guadagna 14 miliardi col caro carburanti
Confindustria: con stop al gas russo -2% Pil nel 2022 e 2023
Altre brutte notizie dopo la stangata da mille euro a famiglia a causa della guerra in Ucraina di cui ha parlato ieri Cgia Mestre e che oggi viene ripresa da tutti i giornali. L'eventuale blocco delle importazioni di gas naturale dalla Russia, principale fornitore dell'Italia negli ultimi anni, potrebbe avere un effetto molto forte sull'economia italiana, già indebolita. Tale choc causerebbe una forte carenza di volumi di gas per industria e servizi e un aumento addizionale dei costi energetici. L'impatto totale sul Pil in Italia, nell'orizzonte 2022-2023, è stimabile in quasi un -2% in media all'anno. E' quanto emerge dalla Congiuntura flash di Confindustria, di cui scrive il Messaggero.
In termini di volumi di gas, l'impatto di un blocco va valutato nella situazione che si creerebbe mese per mese, non in termini di consumo annuo aggregato, avverte Confindustria. La carenza di offerta, sui 12 mesi compresi tra aprile 2022 e marzo 2023, sarebbe pari a 14 mmc, ovvero il 18,4% dei consumi italiani (una quota analoga a quella calcolata nell'ultimo Def). Secondo tale stima, la carenza di gas non si determinerebbe tutta nei mesi di picco dei consumi (tra dicembre 2022 e gennaio 2023 se ne concentra comunque il 40%), ma è spalmata anche sui mesi precedenti e successivi. I limiti alle temperature imposti di recente per i soli edifici pubblici (-1 in inverno, +1 d'estate, escludendo i privati) non migliorano molto lo scenario, potendo ridurre in misura limitata i consumi annui.
Per quanto riguarda le giacenze di gas, esse sono ritenute "molto basse": l'evoluzione stimata dell'offerta mensile di gas, da aprile 2022, rispetto alla domanda, dipende molto dal profilo ipotizzato per le scorte: una fase di accumulo di intensità molto ridotta in aprile-ottobre, seguita da un decumulo moderato tra novembre e marzo. Tali ipotesi implicano un utilizzo netto di scorte molto maggiore rispetto ai 12 mesi precedenti (-4,5 mmc, da -1,2), che integra l'offerta scarsa.
Pur ipotizzando che, per la carenza di gas, solo nei settori "energivori" si determinerebbe una riduzione dell'attivit° (totale o parziale in base al rapporto "consumo di gas/valore aggiunto"), Confindustria stima una perdita di valore aggiunto nell'industria pari a 9 miliardi di euro nel periodo di 12 mesi, cui va sommata quella nei servizi pari ad altri 9 miliardi. L'impatto totale della carenza di gas per l'economia italiana, quindi, è stimato a -1% di Pil tra primavera 2022 e inverno 2023, una stima vicina a quella della Commissione Ue. Nei restanti 9 mesi del 2023, nei quali potrebbero essere disponibili altre fonti alternative (6 mmc), la carenza di offerta sarebbe inferiore e coinvolgerebbe solo l'industria, con un impatto aggiuntivo di circa -0,4% sul Pil. A tutto questo va sommato l'impatto sull'economia che deriverebbe da un potenziale rincaro ulteriore dei prezzi delle commodity energetiche sui mercati internazionali, come conseguenza della carenza di gas dalla Russia.
I calcoli dello choc per l'economia italiana. Mentre la Russia guadagna 14 miliardi col caro carburanti
L'associazione degli industriali ipotizza che ciò accada per il gas (oltre i 200 euro/mwh da giugno 2022) e anche per il petrolio (quasi 150 dollari/barile). Simulando con il modello econometrico gli effetti di tali ipotesi, risulta che nel 2022 l'impatto sul Pil sarebbe contenuto (-0,2%), perché la differenza di prezzo peserebbe solo nella seconda metà dell'anno. Nel 2023, invece, quando i prezzi sarebbero doppi rispetto allo scenario 'baseline' per tutto l'anno, l'impatto sul Pil sarebbe ben più rilevante (-2,2%).
La beffa è che nel frattempo la Russia ci guadagna. Quantomeno sul fronte del caro carburanti. Come riporta il Giornale, il ministro delle Finanze di Mosca, Anton Siluanov, ieri ha parlato di un trilione di rubli in più, circa 13,7 miliardi di euro, che la Russia incasserà quest’anno dalla vendita di greggio e gas. «Stimiamo che i ricavi aggiuntivi dagli idrocarburi potrebbero arrivare fino a mille miliardi di rubli, secondo le previsioni elaborate con il ministero dello Sviluppo economico», ha detto. E ha chiarito che le risorse extra verranno usate per finanziare la guerra in Ucraina. Soldi che verranno spesi anche per «ulteriori pagamenti» a pensionati, famiglie con figli e che hanno membri che partecipano all’“operazione speciale”».
Anche perché la guerra voluta da Putin, sottolinea il Corriere della Sera, costa alla Russia 700 milioni al giorno. "Dal 24 febbraio, data d’inizio del conflitto, la Federazione russa ha utilizzato in Ucraina il 70% della sua forza militare convenzionale, con un impegno economico quotidiano che si aggira attorno ai settecento milioni di euro. Sono numeri elaborati da centri di analisi occidentali in possesso della Nato e dei Paesi che ne fanno parte", scrive il Corriere. "Danno la misura dello sforzo di Mosca pur di soggiogare Kiev".
Leggi anche:
Ponte del 2 giugno: 13 mln di italiani in viaggio e 1 mld di spesa a tavola
Russia lancia il missile Zircon. I segreti dell'arma più terrificante di Putin
Smartphone, il 66% degli italiani lo usa anche a letto: ormai siamo dei cyborg
Caffè salato, è caro-tazzina al bar. Maglia nera: Trento, Cuneo e...
Italia ripescata ai Mondiali 2022: Mancini, sentenza Fifa e.. ECCO LA VERITA'
Governo, Meloni: "Io premier se più votata? Finalmente Salvini lo dice". VIDEO
Enit e AMUR: al via Musica con Vista 2022
Banca Ersel, inaugurato il progetto di ristrutturazione della nuova sede