Economia
La guerra, che bel business. Ecco tutti gli interessi “collaterali”
La guerra è semplicemente una crisi generata dall'uomo. Un'analisi sulle potenziali linee di business in cui poter investire per capitalizzare questo scenario
Ogni guerra ha le sue materie prime. Le guerre al terrorismo, in particolare quella in Iraq, colpi il mercato petrolifero. L’Iraq aveva nazionalizzato le sue aziende petrolifere. Fortunatamente, dopo la guerra in Iraq di Bush jr, tutte le maggiori compagnie petrolifere americane - come riporta il Wsj - si incontrarono con Dick Cheney per discutere i loro interessi in Iraq.
Ovviamente il settore estrattivo, nel contesto di una guerra civile, terrorismo, missione di pace etc.. implica che le miniere devono essere difese dai mercenari (leggi di seguito). Investire in siti minerari sfidanti può portare un buon ROI ma si deve avere stomaco forte, capitali importanti e soprattutto una proiezione sul sito (mercenari, esperti geologi, macchinari, minatori) per valorizzare il sito al meglio, comprendendo che la finestra temporale potrebbe essere limitata.
Nell'area di Montepuez, zona contesa con i terroristi di Al-Shabaab, il governo regolare assegnò diritti di estrazione mineraria Montepuez Ruby Mining (MRM); posseduta in maggioranza (ai tempi) dalla inglese Gemfields (al 75%) e la Mozambican Mwriti Limitada (al 25%). Ci furono tensioni e tumulti tra le aziende regolari e i locali che si erano improvvisati minatori illegali. Tuttavia i siti minerari, pur riconoscendo il rischio alla sicurezza, erano potenzialmente ricchi.
Guerra, investire sui mercenari “stile Wagner”
La recente crisi ucraina ha fatto conoscere al popolo la violenza dei mercenari della Wagner. In vero questa organizzazione è la più giovane del settore. Guadagnare investendo in aziende che noleggiano mercenari è in effetti più complesso. Ci sono due soluzioni principali con cui valorizzare, assunto di avere le risorse adatte (soldi e contatti) questo tipo di aziende.
La prima soluzione è investire, tramite soluzioni di private equity, nelle aziende stesse acquistando parte dell’azienda. L’alternativa, forse più borderline, è investire nelle attività civili che queste aziende partecipano. Nel caso della Wagner, per citare un esempio recente, la azienda ha partecipazioni in “work for equity” in differenti attività estrattive in Africa e medio oriente. Evro Polis, compagnia petrolifera siriana, ha offerto il 25% dei proventi alla Wagner, in cambio dei servizi mercenari focalizzati alla liberazione dei siti petroliferi occupati illegalmente da Isis (e ora occupati da eserciti regolari di altre nazioni).
Le miniere d'oro del Car (Central African Republic ) sono un'altra industria dove vale la pena investire, assunto di avere bastanti coperture assicurative occidentali e locali. Oltre alla giovane Wagner possiamo ricordare le inglesi della Olive Group, Einys, Aegis Defence Services, G4S, rUBICON International Services, International Intelligence Limited, Sandline Internation.
Poi ricordiamoci gli americani di Constellis Holdings in precedenza conosciuta come Backwater e posseduta dal fondo Apollo. A loro si aggiungono MPRI, Inc., MVM, Inc. (tra i suoi clienti CIA e NSA), Northbridge Services Group (con uffici anche in Ucraina), Unity Resources Group. A questi gruppi principali si aggiungono i tedeschi della Asgaard – German Security Group, la STTEP registrata nel paradiso fiscale di Gibilterra (che afferisce al Regno Unito), i peruviani della Defion Internacional e i polacchi della European Security Academy.