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Economia
Il Milan di Cardinale si salva nel derby. Ma i padroni Usa del calcio continuano a fare flop

Il Milan di Cardinale si salva nel derby. Ma i padroni Usa del calcio continuano a fare flop

Le società calcistiche europee gestite da proprietà americane stanno quasi tutte attraversando momenti difficili. In Italia, l'esonero di Daniele De Rossi dalla Roma ha risvegliato l'attenzione dell'opinione pubblica sui manager Usa. Molto più a loro agio con ricavi e marketing, che non con l'ottenimento di risultati sportivi. Dal Milan al Chelsea, dalla Fiorentina al Manchester United: le dirigenze statunitensi sono nel pallone.

L'esonero di Daniele De Rossi dalla panchina della Roma ha scatenato un putiferio. I tifosi giallorossi sono inferociti con la dirigenza americana. All'ombra della Madonnina, intanto, il Milan ha completamente perso la sua identità. Dopo un inizio di stagione deludente, il popolo rossonero ha messo nel mirino Jerry Cardinale, proprietario del club: anche lui americano. Solo l'insperata vittoria nel derby contro l'Inter di domenica sera ha allontanato (ma per quanto) l'esplosione di una aperta contestazione.

L'invasione Usa nel calcio europeo

Negli ultimi anni numerose squadre europee sono state acquistate da fondi e miliardari Usa. È successo alle citate Roma e Milan, rispettivamente finite nelle mani dei Friedkin e di RedBird Capital Partners. Così come, per restare in Italia, all'Inter, passata dai cinesi di Suning agli "yankee" di Oaktree Capital Group.

In Premier League, il Chelsea di Todd Boehly, a capo del consorzio BlueCo, si è aggiunto alla nutrita lista che comprende Manchester United (al 72% controllato dalla Famiglia Glazer), Arsenal (Stan Kroenke) e Liverpool (Fenway Sports Group).

Club europei guidati dagli Usa: bilanci eccezionali e risultati deludenti

Tranne rarissime eccezioni, quasi tutti i club europei a guida Usa sono accomunati da due particolari curiosi. Il primo: bilanci eccezionali, giocatori acquistati a peso d'oro, brand potentissimi (non necessariamente tutte e tre). Il secondo: risultati sportivi deludenti.

Non è un caso che le squadre gestite da imprenditori, gruppi o fondi americani siano più attente a vincere i campionati dei bilanci che non quelli sportivi.  È lo spirito imprenditoriale statunitense adattato al mondo pallonaro: uno spirito che antepone il business a qualsiasi altro trofeo.  Se, infatti, in passato lo scopo di possedere una squadra di calcio consisteva nel restituire qualcosa alla comunità, nel costruire relazioni commerciali e impegnarsi a vincere trofei, oggi i player della finanza globale Usa lo fanno per raccogliere profitti.

Milan: per la prima volta in 17 anni risultati in utile

Prendiamo il Milan. Un anno fa, a ottobre, il club rossonero ha approvato il bilancio 2022/23: per la prima volta dopo 17 anni risultava in utile. Con un attivo, tra l'altro a quota 6,1 milioni di euro. Non solo: per la prima volta nella storia del Diavolo, i ricavi hanno sfondato il tetto dei 400 milioni di euro.

Un exploit considerevole, che non è andato tuttavia di pari passo con quello sportivo. Visto che, da almeno un paio di stagioni, i rossoneri sembrano aver perso la bussola, complici scelte dirigenziali discutibili e troppa improvvisazione. Cardinale sogna di costruire un nuovo stadio, con il quale moltiplicare gli incassi e trasformare le partite del Milan in uno show.

A Roma i Friedkin hanno investito quasi un miliardo di euro

Obiettivo identico a quello dei Friedkin con la Roma. Che, al momento, sono passati però agli onori delle cronache soltanto per aver arruolato e poi esonerato gli allenatori José Mourinho e Daniele De Rossi, speso milioni e milioni in giocatori che hanno reso meno del dovuto, e messo in bacheca una magra Conference League.

Dal momento dell’acquisto del club (agosto 2020), la famiglia Usa ha investito quasi un miliardo nella gestione della società romana. Nel 2023 il fatturato ha toccato quota 277 milioni di euro contro i 206,4 milioni del 2022: un +70 milioni che i Friedkin vorrebbero aumentare...

Nella rosa del Chelsea ben 42 giocatori...

In Inghilterra, a fine agosto il Chelsea è finito sulle prime pagine dei giornali per avere la bellezza di 42 giocatori inseriti in prima squadra. La dirigenza Usa ha speso 1,5 miliardi di sterline per acquistare giovani stelle, spesso finite ai margini del progetto per ragioni di sovraffollamento.

I Blues hanno intanto annunciato perdite pari a 90 e 121 milioni di sterline negli ultimi due bilanci pubblicati da quando (2022) il gruppo di Boehly ha preso il controllo del club. Secondo una ricerca di Sky Sports, i giocatori della squadra hanno complessivamente 191 anni di contratto rimanenti... peccato che i trofei messi in bacheca dall'avvento degli americani siano pari a zero.

Il Manchester United e l'Arsenal sono sulla stessa linea d'onda: hanno un management più organizzato ma, al netto di un considerevole incremento dei ricavi e del marketing, le vittorie che contano stentano ad arrivare. Le eccezioni alla regola tra i top club, al momento, coincidono con Liverpool e Inter ma anche qui le analisi dovranno esser fatte nel lungo periodo.

Ma i tifosi europei vogliono vincere sempre

Certo è che il modello sognato dai dirigenti Usa appare inconciliabile con l'immaginazione dei tifosi europei. Per i quali conta soltanto vincere, o almeno provarci, più che ragionare su come incrementare i ricavi societari. "Vogliono vincere sempre, ma se vinci ogni anno diventa meno interessante": la frase uscita dalla bocca di Cardinale durante un'intervista e riferita ai tifosi del Milan, chiarisce il modus operandi statunitense. Che potrà rivoluzionare il calcio, in caso di qualche vittoria convincente, oppure distruggerlo completamente.






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