Economia
Il ruolo dell'ingombrante socio cinese nel divorzio tra Pirelli e Brembo
Brembo esce da Pirelli: addio al grande polo italiano della componentistica per auto. La maggioranza relativa resta ai cinesi di Sinochem, ma Tronchetti Provera aumenta le proprie quote. Una convivenza sempre più delicata
Il ruolo dell'ingombrante socio cinese nel divorzio tra Pirelli e Brembo
Colpo di scena in casa Pirelli. Brembo, azienda leader nella progettazione, sviluppo e produzione di sistemi frenanti per veicoli, ha azzerato completamente la sua partecipazione nella società di pneumatici. Il gruppo controllato dalla famiglia Bombassei ha infatti incaricato Bnp Paribas di collocare le sue 55,8 milioni di azioni Pirelli “con una procedura di vendita accelerata” rivolta a “investitori istituzionali”. Nello specifico, come spiegato da Affaritaliani.it, Brembo ha venduto le azioni a 5,07 euro incassando 283 milioni di euro. Ma non è tanto il valore finanziario a interessare. È, semmai, il contorno dell'operazione. Già, perché l'uscita di scena di questo attore ha fatto letteralmente tramontare l'ipotesi di un'eventuale aggregazione tra i sistemi frenanti e gli pneumatici. Detto altrimenti, è tramontata come neve al sole l'idea di creare un grande campione italiano della componentistica per auto.
Brembo esce, Tronchetti Provera si rinforza
Ma non è finita qui. Perché, mentre Brembo abbandonava la partita, Marco Tronchetti Provera (MTp), Camfin e Camfin alternative assets hanno annunciato il perfezionamento dell’acquisto del 2,5% del capitale di Pirelli. Portando così la partecipazione dal 22,8 al 25,3% della torta complessiva. Con questa mossa, Tronchetti Provera ha sostanzialmente blindato il controllo sul gruppo, per altro già rafforzato dal golden power del governo. Lo stesso che ha limitato i poteri di governance dei cinesi di Sinochem, primi azionisti del gruppo con il 37%. Senza più Brembo, è saltato l'asse tutto italiano tra il gruppo dei freni e Mtp/Camfin, che garantiva ai soci made in Italy il 29% dei voti in assemblea. Ebbene, toccherà adesso a Mtp e Camfin assumere il ruolo di contrappeso alla citata Sinochem. Per arrivare, nell'arco dei prossimi 24 mesi, a ottenere una partecipazione del 29,9%. Insomma, è successo che Brembo – ago della bilancia tra soci cinesi e italiani – ha tirato i remi in barca. E che adesso i due bracci della bilancia del gruppo sono rappresentati da Sinochem e dalla holding che fa capo a Marco Tronchetti Provera.
Pirelli: i soci cinesi restano alla finestra
I soci cinesi restano alla finestra. Si ricordano di quanto accaduto nel giugno 2023, quando il governo Meloni sceglieva di ricorrere all’uso del Golden Power per arginare la presunta postura ostile adottata da Sinochem. In quei giorni, scrivevano i media, si mormorava che il socio di maggioranza cinese del gruppo stesse seguendo sempre di più le linee guida del Partito comunista cinese. E che, in un futuro non troppo lontano, avesse potuto fagocitare l’italianità dell’azienda, imponendo la propria strategia e il proprio amministratore delegato. In seguito alla mossa dell'esecutivo italiano, Silk Road Found, partner di Sinochem, ha venduto il suo 9%.
Il futuro del gruppo, le voci sul divorzio
Il colosso del Dragone è sempre azionista di maggioranza. Ma vede ridursi distanza ed equilibri con il partner italiano. Che Pechino non sia più interessata ai pneumatici italiani? Lo scorso maggio Pirelli ha disdetto gli accordi commerciali con due società di Sinochem – Aleous e Prometeon - che producono e vendono in Cina e nei mercati internazionali gomme per camion, rinunciando così a 250 milioni di fatturato. Di pari passo, sono emerse voci di una fantomatica volontà cinese di cedere la propria parte agli arabi di Pif o altri grandi player mondiali. Repubblica ha tuttavia scritto che Brembo sarebbe uscito da Pirelli in risposta al non gradito accordo tra l'azienda di pneumatici e Bosch per la realizzazione di pneumatici intelligenti. Il Sole 24 Ore ha invece provato a giustificare la scelta di Brembo con la volontà della creatura della famiglia Bombassei di puntare, da sola, sulla Cina, e dunque per non compromettere i rapporti con Sinochem e le autorità del Dragone. Al momento, in Pirelli, vige un incerto equilibrio.