Economia

Intesa Sanpaolo e Progetto Cultura, Corcos: "L’arte non è più un bene rifugio"

Roberta Bonetti

Intesa Sanpaolo, De Felice: "L'Italia è ricca di artisti e di collezionisti, però gli scambi avvengono in modo molto più forte sui mercati internazionali"

Intesa Sanpaolo e Progetto Cultura: l'indagine sul mercato italiano dell'arte

Intesa Sanpaolo ha presentato oggi la ricerca Collezionisti e valore dell’arte in Italia, prima edizione di una serie di studi dedicati al mercato dell’arte promossi da Intesa Sanpaolo Private BankingIntesa Sanpaolo, che da molti anni fa dell’arte e della cultura parte integrante della propria attività bancaria, intende con questa prima indagine testare un metodo di rilevazione, ottenere dati affidabili e analizzare informazioni inedite riguardanti il collezionismo di arte moderna e contemporanea nel nostro Paese. 

"Siamo molto felici e orgogliosi di presentare questo volume - ha dichiarato Tommaso CorcosAmministratore Delegato Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking - frutto di una collaborazione di più parti. Siamo abituati a ricordare il mondo dell’arte come un mondo dove recepire le informazioni è estremamente difficile, pertanto si rischia di fare degli investimenti sbagliati che nascono da una consapevolezza minimale basata sul semplice mi piace o non mi piace, che può essere un criterio che funziona ma spesso non lo è. Farsi affiancare dal nostro private banker e dai nostri art advisor credo sia uno strumento straordinario, non soltanto per arricchire le nostre conoscenze e il patrimonio di cui oggi siamo proprietari, ma anche per fare i giusti investimenti. Per gli investimenti siamo entrati in un nuovo scenario, i tassi di interesse sono particolarmente bassi e lo resteranno ancora per un po’. Anche l’investimento in arte è un concetto completamente diverso rispetto a quello a cui si era abituati: oggi l’arte non è più un 'bene rifugio', ma è un modo attento e intelligente per diversificare le proprie ricchezze. Questa diversificazione è tanto più efficace e funzionale se ovviamente viene seguita e affiancata dai nostri esperti".

"Ogni impresa italiana in salute dovrebbe probabilmente dedicarsi al sostegno e al supporto dell'arte e della cultura - ha affermato Michele Coppola, Executive Director Arte Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo -. Ancor più questo deve essere tenuto in considerazione se si è una banca, ovvero il risultato della fusione, dell'aggregazione dell'incorporazione di tante realtà territoriali italiane. Credo che guardare al Progetto Cultura di Intesa Sanpaolo in qualche modo serva a capire le ragione e la bontà di quello che abbiamo fatto insieme. In questi mesi abbiamo annunciato la presentazione e il progetto relativo alle quarte Gallerie D'Italia: le Gallerie torinesi. Saranno dedicate in modo particolare alla fotografia e all'arte contemporanea. Mi piace immaginare che il lavoro intorno alle nostre collezioni e al nostro Progetto Cultura possa essere di supporto a chi si occupa di lavorare con la significativa platea dei tanti potenziali clienti della banca e della gestione e valorizzazione dei patrimoni privati. L'opera d'arte è un patrimonio che va valorizzato in chiave strategica per il Paese. Ancor più questo è vero se si parla di famiglie e collezionisti".

"Il lavoro che oggi presentiamo - ha raccontato ancora Coppola - è frutto di uno studio, di un'analisi che forse è la prima totalmente dedicata al mercato italiano. Qualche anno fa abbiamo anche innovato anche una modalità di rendicontazione, di valutazione e di misurazione per il bilancio della banca relativamente alle opere d'arte di proprietà ed è stata una scelta netta, chiara, per dare un valore aggiuntivo alle straordinarie opere d'arte che fanno parte della nostra collezione. C'è un'evidente esigenza di trasparenza in relazione ai bilanci della banca, ma ancor più relativamente all'importanza delle opere d'arte che si posseggono. C'è innanzitutto un valore storico, critico e artistico, ma non si può non riconoscere un valore economico che non deve mettere in secondo piano le ragioni storiche, critiche e artistiche con la quale si misura e si giudica un'opera d'arte, ma deve contribuirne ad assegnarne centralità anche in una logica aziendale e d'impresa. Sempre nel cerchio del nostro impegno in ambito culturale, abbiamo annunciato un corso di alta formazione per contribuire alla formazione di menager, figure che siano capaci, anche con modalità innovative e sfruttando sempre di più le tante competenze a disposizione, a gestire e valorizzare partimoni culturali. Questo volume spero sia davvero l'inizio di un percorso che sempre di più, anno dopo anno, ci metta nelle condizioni di conoscere l'importanza economica, artistica e culturale dello straordinario patrimonio artistico del nostro Paese". 

Gregorio De Felice, Chief Economist e capo della ricerca di Intesa Sanpaolo, ha spiegato ad Affaritaliani.it il valore della ricerca "Collezionisti e valore dell’arte in Italia"

foto economia
 

"Quella che viene presentata oggi - spiega il capo della ricerca di Intesa Sanpaolo Gregorio De Felice - è una ricerca importante perché è la fotografia pre-covid del mercato dell'arte, del mercato dei collezionisti nel nostro Paese. Credo sia una ricerca unica anche per dettagli e approfondimenti, da cui emerge un dato importante che è quello che l'investimento in arte è sempre meno considerato un bene rifugio, ma in un contesto di tassi d'interesse molto bassi è un investimento alternativo, addirittura complementare a quello in azioni, obbligazioni e fondi comuni. Il crescente interesse degli analisti, degli investitori e delle banche ha fatto sì che un mercato spesso considerato opaco o poco trasparente sia in realtà molto ricco di informazioni di grande profondità e anche di strumenti finanziari interessanti per l'investitore, come il diritto a rivendere e il diritto di scambiare. È chiaro che gli investitori istituzionali fanno una importante gestione del rischio, per quanto riguarda l'investimento dell'arte. Quindi tutto questo ha sviluppato non solo un crescente interesse, ma anche sofisticazioni, strumenti disponibili e così via".

"Tradizionalmente gli acquisti sono fatti principalmente tramite gallerie - afferma il Chief Economist sulle conseguenze dell'emergenza sanitaria sul mercato dell'arte - o tramite fiere, o all'asta ed è chiaro che in questi mesi il mercato delle vendite online è fortemente cresciuto in tutto il mondo e non soltanto in Italia. È un mercato sempre più globale e sempre più importante. Nel 2019 era equivalente a 64 miliardi di dollari, una cifra molto rilevante. Molti scambi italiani avvengono sui mercati internazionali. Abbiamo tantissimi artisti, anche giovani, che preferiscono vendere sui mercati internazionali. I collezionisti italiani comprano in gallerie di Londra o di New York, anche per ragioni di natura fiscale. Quindi l'auspicio che dobbiamo tutti noi avere è quello di un'attività a favore dell'arte, che difenda questo patrimonio di cui il nostro Paese è particolarmente ricco, evitando queste differenziazioni tra un paese e l'altro. Detto in altri termini: l'Italia è ricca di artisti e di collezionisti, però gli scambi avvengono in modo molto più forte sui mercati internazionali, in particolare negli USA (40% degli scambi) e sul mercato di Londa (22%)”.

"Avremo una ripresa, molte incertezze sono svanite - dichiara De Felice sul futuro scenario economico generale - a cominciare dal nuovo Presidente degli USA, fino alla Brexit. Soprattutto abbiamo un piano di vaccinazioni. A partire dal secondo semestre del 2021 avremo raggiunto una quota tale di vaccinati (in Europa e negli USA), per cui la ripresa sarà vigorosa. Probabilmente avremo un 2021 a due facce, ancora con l'incertezza nel primo semestre e una intensità di ripresa più forte da giugno in poi".