Economia
Istat, la domanda interna traina il Pil: nel 2021 crescita record del 6,6%
Scende anche l'indebitamento netto della amministrazioni pubbliche a -7,2% a fronte del -9,6% nel 2020. A febbraio corre l'inflazione al 5,7%: ma così dal 1995
I flussi con l'estero, le esportazioni di beni e servizi sono salite del 13,3% e le importazioni del 14,5%
Crescita eccezionale del Pil italiano: nel 2021 il prodotto interno lordo ai prezzi di mercato è stato pari a 1.781.221 milioni di euro correnti, con un aumento del 7,5% rispetto all'anno precedente. In volume il Pil è cresciuto del 6,6%. La fotografia arriva dal report scattato dall'Istat sui dati di prodotto interno lordo, indebitamento netto e saldo primario delle amministrazioni pubbliche.
"Nel 2021 l'economia italiana ha registrato una crescita di intensità eccezionale per il forte recupero dell'attività produttiva, dopo un 2020 caratterizzato dagli effetti dell'emergenza sanitaria. A trascinare la crescita del Pil (+6,6%) è stata soprattutto la domanda interna, mentre la domanda estera e la variazione delle scorte hanno fornito contributi molto limitati", commenta l'istituto.
Dal lato della domanda interna, osserva l'Istat, nel 2021 si registra, in termini di volume, un incremento del 17% degli investimenti fissi lordi e del 4,1% dei consumi finali nazionali. Per quel che riguarda i flussi con l'estero, le esportazioni di beni e servizi sono salite del 13,3% e le importazioni del 14,5%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito positivamente alla dinamica del Pil per 6,2 punti percentuali.
L'apporto della domanda estera netta è stato di +0,2 punti e quello della variazione delle scorte ugualmente di +0,2 punti. Il valore aggiunto ha registrato aumenti in volume del 11,9% nell'industria in senso stretto, del 21,3% nelle costruzioni e del 4,5% nelle attività dei servizi.
Si rileva una contrazione dello 0,8% nell'agricoltura, silvicoltura e pesca. "Dal lato dell'offerta di beni e servizi, il valore aggiunto ha segnato crescite marcate, particolarmente nelle attività manifatturiere, nelle costruzioni e in molti comparti del terziario. La crescita dell'attività produttiva si è accompagnata a una espansione dell'input di lavoro e dei redditi".
Deficit/Pil: Istat, nel 2021 scende a -7,2% da -9,6% del 2020
Nel 2021 migliora anche l'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche: misurato in rapporto al Pil, è stato pari a -7,2% a fronte del -9,6% nel 2020. Il saldo primario, indebitamento netto meno la spesa per interessi, misurato in rapporto al Pil, è stato pari a -3,6% (-6,1% nel 2020). "L'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche ha registrato un netto miglioramento rispetto al 2020 per il buon andamento delle entrate a fronte del più contenuto aumento delle uscite, nonostante il protrarsi delle misure di sostegno introdotte per contrastare gli effetti della crisi", conclude l'Istat.
Pil, Brunetta: “Nel 2021 crescita mai vista: acclara la lungimiranza della strategia politica economica”
A fronte del miglioramento della finanza pubblica, il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta ha così commentato i risultati: “Il 2021 è stato un anno eccezionale per l’economia italiana, con crescita del Pil e saldi di finanza pubblica migliori di ogni previsione. Oggi, infatti, l’Istat ha reso noto il dato a consuntivo della crescita del Pil per il 2021, che si attesta al +6,6%, e dell’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche che, misurato in rapporto al Pil, è pari a -7,2%, di molto inferiore rispetto al -9,4% stimato nella Nota di aggiornamento al Def dello scorso settembre. Tutto questo si riflette positivamente anche sulla dinamica del debito pubblico, che viene stimato al 150,4% del Pil, anche in questo caso un valore nettamente migliore rispetto alle stime Nadef (153,5%)".
“L’ottimo andamento della crescita dell’economia è stato trainato, soprattutto, dalla forte ripresa della domanda interna, a riprova del fatto che le famiglie italiane sono tornate a spendere dopo l’annus horribilis del 2020”, ha continuato Brunetta.
“Ottimo anche l’incremento della componente investimenti, cresciuta del +17%, a testimonianza del ritrovato vigore dell’economia italiana. Dal lato della finanza pubblica, le entrate fiscali hanno beneficiato di questa maggiore crescita e la spesa pubblica è risultata più contenuta delle attese", ha sottolineato il ministro Brunetta.
La crescita record del 2021 "acclara la lungimiranza della strategia di politica economica del Governo e delle decisioni che ha adottato per contenere la pandemia e consentirà un altrettanto positivo effetto di trascinamento sulla crescita del 2022. Tuttavia, sull’incremento del Pil di quest’anno peseranno diverse incognite, a partire dalle tensioni inflazionistiche in corso, per lo più legate alla componente energetica dell’aumento dei prezzi, e agli effetti negativi, ancora impossibili da quantificare, della guerra in Ucraina. Al contrario, il rallentamento della diffusione della pandemia che stiamo osservando in questi giorni induce un ragionevole ottimismo relativamente allo sviluppo delle attività economiche, che potranno beneficiare gradualmente dell’allentamento delle misure restrittive", ha concluso il ministro per la Pubblica amministrazione Brunetta.
Istat, a febbraio l'inflazione corre al 5,7%: mai così dal 1995
"A febbraio, per l'ottavo mese consecutivo, l'Inflazione accelera, raggiungendo un livello del 5,7% che non si registrava da novembre 1995" commenta l'istituto spiegando che "sono i prezzi dei beni energetici non regolamentati a spingere in alto la crescita, seguendo la fiammata di gennaio degli energetici regolamentati, insieme, le due componenti spiegano due terzi della variazione tendenziale dell'indice Nic. Intanto, le tensioni inflazionistiche si propagano, in particolare ai beni alimentari, i cui prezzi accelerano di oltre un punto, trascinando oltre il 4% anche la crescita dei prezzi del cosiddetto '"carrello della spesa'".
L'accelerazione dell'Inflazione su base tendenziale, spiega l'Istat, è dovuta prevalentemente ai prezzi dei beni energetici (la cui crescita passa da +38,6% di gennaio a +45,9%), in particolare a quelli della componente non regolamentata (da +22,9% a +31,3%), e in misura minore ai prezzi dei beni alimentari, sia lavorati (da +2,2% a +3,2%) sia non lavorati (da +5,3% a +6,9%); i prezzi dei beni energetici regolamentati, anche nel mese di febbraio, risultano quasi raddoppiati rispetto allo stesso mese del 2021 (+94,4%; era +94,6% a gennaio).
Secondo le stime preliminari, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta dello 0,8% su base mensile e del 6,2% su base annua (da +5,1% di gennaio). A venti anni dall'introduzione dell'euro, l'Istat aggiorna, con le stime preliminari di febbraio dell'Italia e i dati di gennaio degli altri paesi dell'Ue, l'approfondimento sull'andamento dei prezzi al consumo dal 2001 (ultimo anno di circolazione della lira) a oggi, già diffuso con le stime preliminari di gennaio.
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