Economia

M5s Mes-so all’angolo? Fraccaro: “È l’ultima spiaggia”. Ursula sarà decisiva

di Gabriele Penna

Mes, se la Commissione boccia il piano italiano sulla parte delle risorse per la Sanità, il fondo potrebbe essere ineludibile. Fraccaro: "L’ultima spiaggia"

È indubbiamente un tema che ha stancato lettori e addetti ai lavori. Soprattutto perché molte forze politiche non discutono sul merito e con la serietà necessaria ma lo usano sovente in modo strumentale come disgrazia da evitare da una parte, e, come risorsa indispensabile che salverà le sorti della Paese dall’altra. Alcuni tecnici del diritto comunitario, interpellati in passato da Affaritaliani.it, hanno posto l’accento sul fatto che “un gentleman agreement non basta” per evitare un domani eventuali ritorsioni degli organi comunitari sulla nostra spesa pubblica.

Ma la stagione è cambiata. Non può essere negato. Il patto di stabilità è saltato – per il momento – e la parziale condivisione del debito accettata e condivisa dal Consiglio Europeo – sebbene falchi del calibro di

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Sebastian Kurz

Sebastian Kurz (nazionalista travestito da popolare) raccontino altro in casa propria - per finanziare il Recovery Fund, prova che l’Unione ha preso la via opposta dell’austerità. Questa è una decisione di politica economica comunitaria che segna il nostro tempo e dovrebbe garantire la desistenza degli organi europei dall’usare le condizioni del Mes – che esistono nei trattati come ha spiegato l’ordinario di Diritto Pubblico di Trento Marco Dani al Fatto Quotidiano qualche tempo fa – come strumento di ritorsione.

Una delle 6 "missioni" del Recovery Fund, individuata dal Comitato Interministeriale per gli Affari Europei (Ciae), riguarda proprio il settore sanitario e l’Italia il 21 gennaio presenterà il piano di rilancio alla Commissione europea che dovrà vagliare i progetti italiani. L’esecutivo europeo imporrà il Mes per la "missione" sanitaria individuata da Roma o concederà parte delle risorse del Next Generation Eu? Questo è un punto cruciale. Inoltre, come già è stato fatto sapere dal titolare della Sanità Roberto Speranza, la cifra che occorre per la “rivoluzione sanitaria” è intorno ai 20 miliardi. In caso di accesso al Fondo salva-Stati è ragionevole pensare che la cifra a cui attingerebbe l’Italia sarebbe di 16 miliardi in meno del tetto

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Stefano Ceccanti

massimo del Fondo a noi concesso (il 2% del nostro Pil=36 miliardi).

È da tenere conto anche che l’Italia è contributore netto (nel 2017 lo è stata per 2 miliardi e mezzo); restituire la somma del Mes in 10 anni (come stabilito dall’Eurogruppo l’8 maggio scorso), accedendovi a un tasso di interesse minimo, non dovrebbe essere quindi insostenibile per Roma, anzi. All’interno della maggioranza non c’è solo Matteo Renzi ad ostentare con certezza il ‘Si’ del Movimento 5 Stelle al Mes. Molti nell’area del Partito Democratico esprimono con sicurezza che i pentastellati alla fine diranno ‘Si’ e lo pronunceranno semplicemente perché, se si vuole

Riccardo Fraccaro ape

Riccardo Fraccaro


 

riorganizzare la Sanità e aprire a nuove assunzioni, al rinnovo del parco macchinari, al rafforzamento della ricerca scientifica, occorrono diversi miliardi.

Stefano Ceccanti, docente di dritto costituzionale, nonché deputato dem, è certo – anche lui – che alla fine il Mes verrà utilizzato dal governo. Niente di nuovo in quell’area (Zingaretti lo implora da mesi e domenica lo ha ri-chiesto alla chiusura della Festa dell’Unità di Modena). Ciò che sembra una novità è quanto si è fatto “scappare” il sottosegretario Riccardo Fraccaro che considera il Mes “l’ultima spiaggia”. Se la Commissione europea non darà il via libera a quella parte del piano italiano sul Next Genration Eu, che prevedrebbe l’utilizzo di circa 20 miliardi per la Sanità, l’accesso al Mes allora potrebbe esserci veramente ma per una quota ridimensionata.