Economia
Non è il Superbonus a far venire il "mal di pancia": perché sarà una manovrina
Entro il 27/9 la nota di aggiornamento al Def, Meloni a caccia di soldi nei ministeri. Ma i titolari dei dicasteri rispondono: "Qui c'è poco da tagliare"
Il governo Meloni è alla disperata ricerca di denaro per finanziare la manovra, il rischio è che alla fine si trasformi in una manovrina perché le casse dello Stato sono in difficoltà. Ma il "mal di pancia" di Giorgetti - si legge sul Fatto Quotidiano - non sarebbe dovuto al Superbonus. Forse è per questo che gli è impossibile fornire i dati per districarsi nel caos generato dal suo grido d’allarme in vista di una manovra che si annuncia di piccolo cabotaggio. Al Tesoro rimandano alla Nota di aggiornamento al Def che uscirà entro il 27. Nel frattempo però qualcosa viene fatto filtrare. L’ultimo dato – contenuto in una nota riservata dell'Agenzia delle Entrate – è di 142 miliardi, comprensivo di tutti i bonus edilizi oggetto di cessioni dal 2020 – quando il governo Conte permise la cedibilità – ad agosto scorso, di cui 12 frutto di truffe e 21 già compensati (ne restano 109). Quel che conta di più, per la manovra, sono però i dati e il trend del 2023-24.
I lavori ammessi alla detrazione del Superbonus - prosegue Il Fatto - salgono di 3 miliardi al mese, in calo rispetto a prima dello stop ma meno del previsto. Da inizio anno (dati Enea) il conto è salito di 20 miliardi, portando a fine luglio il totale a 83 miliardi. Se va avanti così, a fine anno si arriverebbe a 30-35 miliardi in più nel 2023, ma è anche vero che il numero di asseverazioni è in calo e il trend risente della corsa ad avviare i lavori partita a fine 2022, prima dello stop (quelli per condomini durano 6-7 mesi). Insomma, non è detto che il ritmo resti uguale nei prossimi mesi (al Tesoro si aspettano rallentamenti).