Economia

Meloni e lo spread, il nemico numero 1 della nostra economia: ecco perchè

di Alfredo Tocchi

Meloni e spread/ Nessun economista fa un bilancio onesto e veritiero, tutti considerano lo status quo come una condizione ineluttabile: l'analisi

L’aumento dei rendimenti dei Btp vuol dire che l’Italia è diventata un’economia più “pericolosa”, e aumenta il rischio che il Paese non sia in grado di ripagare i detentori dei Btp una volta giunti a scadenza. Quando l’Italia per una serie di eventi inizia ad essere considerata un Paese poco sicuro o affidabile, i rendimenti dei titoli di Stato aumentano perché altrimenti nessuno vorrebbe investire e prestare soldi all’Italia attraverso i Btp - che altro non sono che delle richieste di prestito da parte dello Stato verso gli investitori.
L’aumento dello spread Btp-Bund indica il fatto che l’Italia, per ricevere dei prestiti, è costretta ad offrire un tasso di interesse più alto, e quindi il costo dei prestiti che riceve aumenta. In sintesi, le agenzie di rating valutano il rischio di default del mutuatario (l'Italia), ovvero il rischio che l'Italia non restituisca il prestito ricevuto.

Esiste(va) un rischio di default?

Il default può essere definito, seguendo le migliori definizioni della Corte di Cassazione, come «uno stato di impotenza funzionale non passeggera, a soddisfare le obbligazioni contratte». Nessun osservatore della recente crisi dei mercati ha ancora adeguatamente sottolineato che il salvataggio del soggetto in default premia gli speculatori, che hanno investito i loro capitali ricavandone tassi d’interesse più elevati rispetto ad altri investimenti «sicuri». Se in teoria è evidente e non contestato che una Nazione possa - proprio come una persona fisica o giuridica - fare default (si pensi al caso dell'Argentina), è altrettanto evidente che questo rischio non sussista per Nazioni nell'Unione Europea. Il caso della Grecia (per quanto l'economia greca sia una frazione di quella italiana) è emblematico.

In ogni caso - anche ammettendo un teorico rischio default - l'Unione Europea dovrebbe creare le condizioni e gli strumenti per azzerarlo completamente. Ciò è non soltanto possibile, ma doveroso. Infatti, (sono consapevole di usare un esempio paradossale ed estremamente grossolano) senza l'aggravio dello spread (che per semplicità indicherò al 2%), in un arco temporale di 36 anni l'Italia avrebbe ripagato il 100% del proprio debito pubblico semplicemente accantonando l'importo del 2% annuo sul proprio debito pubblico.

Invece, i rendimenti che l’Italia offre (ovvero i tassi d'interesse comprensivi dello spread) vanno tutti ad incrementare il debito pubblico. Quindi, meno sicura è l’Italia più lo Stato dovrà offrire un rendimento più alto per vendere i Btp, più il rendimento sale, più costoso diventa per l’Italia ripagare i Btp a scadenza, più aumenta il costo dei Btp per le casse italiane e più aumenta il debito pubblico. Ecco perché l’Italia trema quando lo spread Btp-Bund sale.