Economia
Mps esce dalla blacklist: per il futuro della banca si decide tutto in 2 mesi
L’istituto di credito esce dai radar della Bce e ora può concentrarsi sul futuro. Ma attenzione a non dare per “scontata” la figura di Lovaglio
In realtà le condizioni sono ancora piuttosto complesse, soprattutto per quanto concerne le vicende legali che ancora devono essere sistemate del tutto. I termini per presentare richiesta di risarcimento sono scaduti lo scorso 25 ottobre, ma ancora ad agosto sono arrivate ulteriori richieste per 1,8 miliardi. Insomma, c’è ancora molto da ballare. Senza contare che l’Europa, che si è fidata di Lovaglio e gli ha dato credito (è proprio il caso di dirlo), potrebbe non apprezzare un ribaltone.
L’altra urgenza è capire che cosa fare del Monte una volta che si sarà rinnovato il consiglio. Su questo, fonti accreditate riferiscono ad Affaritaliani.it che si potrebbe arrivare a una riduzione del numero di consiglieri, oggi 15, con le liste presentate da Mef e probabilmente Assogestioni, mentre Axa, che pure è il secondo azionista del Monte, non dovrebbe fornire alcun nome. Una volta sciolte queste riserve, si potrà tornare a parlare di aggregazioni. I nomi in ballo sono sempre due: Unicredit e BancoBpm.
Unicredit è in un momento di grande forza, dopo il bilancio record presentato ieri 31 gennaio che ha fatto schizzare il titolo in zona 18 euro, ai massimi da sette anni a questa parte. Andrea Orcel ha liquidato l’interesse per il Monte con un apprezzamento per il lavoro di Lovaglio ma lanciando la palla un po’ più in là. In realtà, in molti sostengono che il momento di un nuovo “attacco” si avvicini, anche perché oggi Siena vale oltre tre miliardi in Borsa e non si può attendere troppo. Non è un segreto che Unicredit sia interessata agli sportelli del Monte, che sono oltre 1.360. Oggi Intesa ne ha poco più di 3.000, Gae Aulenti 2.300. Anche immaginando qualche rilievo dell’Antitrust, è probabile che l’acquisizione del Monte permetterebbe a Unicredit di tornare a essere la banca più “presente” in tutto il territorio italiano.
L’alternativa, come detto, è BancoBpm. Il ceo Giuseppe Castagna continua a smentire da tempo. Ma anche qui bisogna fare attenzione alle date: a fine febbraio, con ogni probabilità, verranno presentate le liste per il rinnovo del consiglio di amministrazione di Banco Bpm. Dopo le recenti dichiarazioni di Giampiero Maioli, capo di Crédit Agricole in Italia – che del Banco detiene poco meno del 10% -, che ha confermato che non intende presentare una lista, è data quasi per scontata la conferma di Massimo Tononi alla presidenza e dello stesso Castagna come amministratore delegato. Una volta sistemata la partita della governance, il Banco – magari “caldamente” consigliato dal governo – potrebbe iniziare a guardarsi intorno. Il terzo polo bancario rimane un’urgenza.