Economia
Mps, faro Ue sui "giochi romani". Un'altra prova: non contiamo nulla
Morelli dovrà accettare la supervisione di un advisor gradito a Bruxelles che controllerà che il prezzo dei crediti Utp sia allineato a quelli di mercato
L’Italia resta isolata in Europa, sempre più colpita da una “stigma” sui mercati e non solo. La riprova viene non tanto dallo spread Btp-Bund (che anzi oggi cala sul 2,585% per l’allentarsi delle tensioni sui mercati che favorisce una fuoriuscita dei capitali dai beni rifugio, titoli tedeschi compresi) o dal dossier nomine che non ci consentirà di prendere palla se non quella (di default) della nomina di un commissario, quanto dalla “attenzione” con cui l’Antitrust Ue sta seguendo la vincenda Mps. La banca guidata da Marco Morelli come noto è stata salvata da una ricapitalizzazione precauzionale da 5,4 miliardi che ha portato il Tesoro al 68,25% circa del capitale dell’istituto senese.
Quota che dovrebbe essere ricollocata sul mercato al termine della ristrutturazione e comunque entro fine 2021, salvo proroghe. Il governo italiano ad oggi non ha ancora presentato alcun piano per spiegare alle autorità europee come intende procedere, mentre le quotazioni sono via via calate tanto che la capitalizzazione di borsa non arriva a 1,2 miliardi di euro (esponendo il Tesoro, ossia i contribuenti italiani, ad una potenziale minusvalenza di circa 4,2 miliardi).
L’unico percorso che sembra essere stato sin qui quanto meno abbozzato prevederebbe un’integrazione con altre realtà bancarie, così da diluire la quota del Tesoro e rendere possibile, eventualmente, successivi collocamenti per tranche nella speranza che il mercato premi il “turnaround” e consenta di limitare i danni per le casse pubbliche. Precondizione perché ciò possa verificarsi è che vi sia un interesse che al momento (Carige docet) semplicemente non esiste.
Per riuscire a far sì che tale interesse possa sorgere la strada maestra, come per la quasi totalità del sistema bancario italiano del resto, appare quella di ripulire la banca delle ultime “scorie” e di trovare il modo di farne ripartire l’attività migliorandone al contempo la redditività.
Ed è esattamente ciò in cui Morelli e i suoi uomini sono impegnati, tanto che da settimane si parla di una possibile cessione di un pacchetto fino a 7 miliardi di euro nominali di Utp (inadempienze probabili).
(Segue...)